La signora dei gelsomini di Corina Bomann
Non sempre le cose vanno come vorremmo. Passiamo la vita a pensare al futuro, a decidere quale strada intraprendere per realizzare i nostri sogni. Poi incontriamo colui che rispecchia la nostra metà, lottiamo e ingoiamo rospi pur di stare al suo fianco, i suoi sogni diventano i nostri, l’ “io” diventa “noi” e così i giorni passano programmando una vita ormai in due.
Il destino, però, il più delle volte ci gioca un brutto tiro.
Lo sa bene Melanie, la giovane protagonista de La signora dei gelsomini, il nuovo libro di Corina Bomann, tradotto da Sara Congregati, edito da Giunti.
La trama
A 29 anni, Melanie ha tutto: un lavoro come fotografa di successo di moda che la porta in giro per il mondo e un fidanzato, Robert, col quale sta per convolare a nozze. Purtroppo, come dicevo in precedenza, nulla va come vorremmo e il sogno di una vita insieme finisce in frantumi. Robert ha un incidente ed entra in coma. Mesi e mesi passati al suo capezzale mandano in crisi Melanie, che diventa un’ombra di se stessa e lascia il lavoro (se non per qualche incarico forfettario). Elena, sua madre, la convince a prendersi una pausa da tutto questo, soprattutto ora che la data delle tanto attese nozze si avvicina, ed andare a trovare la sua nonna e bisnonna.
Le due donne hanno un museo di abiti d’epoca, essendo Hanna (la bisnonna) un’ex cappellista parigina. Con la scusa di far riordinare alla nipote la soffitta, Hanna fa in modo di far trovare a Melanie una fotografie che ritrare due fanciulle ed una storia, scritta molto tempo addietro.
Ma chi è Thanh? Inizia così una storia che inizia a Saigon, capitale del Vietnam del Sud, nel 1917, nel periodo in cui erano radicate forti superstizioni (tanto che uccidere un cane si pensava portasse bene), quando c’erano in agguato negli angoli bui della città venditrici di vergini, quando ogni decisione era presa solo ed esclusivamente dai genitori. E fu proprio una decisione presa dalla madre di una giovane Hanna che questa storia ha inizio, quando si vide costretta a scappare di casa con Thanh per sfuggire a un matrimonio combinato. Anche in questo caso però i sogni di due ragazzi vengono estirpati.
La critica
Solitamente non sono così diretta e spesso sono più cauta, ma a mio modesto parere questo è un libro da non perdere. I due lassi temporali in cui si svolgono le storie sono caratterizzate anche da voci narranti diverse: il “presente” è narrato da una voce fuori campo, mentre il ricordo della giovane Hanna è narrata da lei stessa, in prima persona, proiettandoci in un tempo lontano, a tratti troppo duro da poter comprendere o solamente pensare che davvero potrebbe essere andata così.
Il finale, per quanto scontato, credo che sia stato l’unico possibile, anche se una lacrima è scesa per la sorte toccata a Thanh e un sorriso mi ha velato il volto leggendo finalmente del ritorno alla vita di Melanie, anche se Thomas…
Insomma, un altro libro che resterà nei cuori dei fan di Corina, proprio come il suo tanto amato L’Isola delle Farfalle.
Novembre 23, 2021
Ciao ho letto il libro ma nonostante sono una fan dell’autrice stavolta non mi sono appassionata alla lettura che ho trovato troppo lunga( come quasi tutti i suoi romanzi) e a volte monotona . Mi è sfuggito un particolare molto importante e vorrei chiedere se qualcuno può spiegarmelo o se proprio manca nel libro. Quando Didier chiede ad Hanna di sposarlo cosa viene detto ai genitori? Il libro passa direttamente ai preparativi del matrimonio senza capire con quale scusa o spiegazione sia ricomparsa Hanna nella vita di Didier e come si è spiegato il loro mettersi insieme e addirittura fare un figlio anche se noi sappiamo che non era il suo. Insomma mi è rimasto questo vuoto…come anche altre cose..che fine fa la madre di Didier .. salto temporale, lui torna dalla guerra e poi il libro salta alla sua morte …mi sarebbe piaciuto “vivere” qualche altro momento della vita di Didier dal ritorno della guerra…grazie cmq a chi chiarirà questi miei dubbi