Gli anni al contrario, il romanzo d’esordio di Nadia Terranova
Gli anni al contrario, edito da Einaudi e pubblicato a Gennaio è il romanzo d’esordio della Siciliana Nadia Terranova. Ambientato a Messina, a cavallo fra gli Anni 70 e 80, fotografa la storia di due ragazzi qualunque che vivono e riflettono la situazione politica di quegli anni.
La trama
Aurora e Giovanni vengono descritti come due personaggi agli antipodi: la prima, figlia del “fascistissimo” Silini, è nata e cresciuta in un ambiente cattolico e conservatore, mentre Giovanni Santatorre è un attivista rivoluzionario figlio di avvocato anch’egli comunista, ormai disilluso. I ragazzi si conoscono giovanissimi; colleghi di università e compagni di studio trascorrono molto tempo insieme, scoprendo di condividere ideali politici e valori nettamente distanti da quelli trasmessi dalla famiglia di Aurora. La complicità, la voglia di evasione, la speranza di poter cambiare le sorti, non solo delle loro vite ma dell’intero sistema politico, fa crescere tra i due giovani un legame forte e allo stesso tempo simbiotico. Da questo legame Aurora dà alla luce la piccola Mara; nel giorno della sua nascita però Giovanni si mostra neopapà assente; si trova a Comiso a manifestare. Da questo punto in poi il personaggio di Aurora dismette i panni di giovane rivoluzionaria socialmente impegnata per dedicarsi al ruolo di madre tuttofare e moglie abbandonata. Sarà poi la bambina a tenere saldo il rapporto tra i genitori, fatto di allontanamenti e ritorni, in cui entrambi non sono che vittime responsabili; la superficialità e la leggerezza hanno preso il sopravvento, disperdendo nei giovani quegli ideali socialisti di partenza, conducendoli in una direzione contraria alle aspettative desiderate, allontanandoli dalla vita serena che avevano immaginato.
La critica
Gli anni al contrario è lo specchio della Sicilia degli Anni 70; Nadia Terranova nell’analizzare fatti e avvenimenti realmente accaduti nello scenario politico siciliano di quegli anni, immagina e colloca personaggi realistici, facendo rivivere loro la ribellione anarchica volta al cambiamento prima e la frustrazione per non essere stati in grado di capovolgere il sistema dopo. Il romanzo, piacevole, molto scorrevole nella lettura e mai pedante, si sviluppa con troppa velocità; nelle prime pagine assistiamo contemporaneamente ad un’istantanea dei personaggi principali, ai loro tratti psicologici così diversi, ad un breve excursus sulla loro storia personale e al loro primo incontro. Altrettanto veloce il momento in cui i due si conoscono, si innamorano e concepiscono Mara. Forse una scelta voluta dall’autrice per parafrasare la situazione di due ragazzi così campati in aria, irresponsabili a tal punto da vivere sulle spalle dei propri genitori in quella “casa in miniatura” che un nido non è, ma soltanto un ripiego per la situazione precipitosa venutasi a creare. Il romanzo racconta una storia che è andata per il verso sbagliato, una storia trascinata sull’orlo del baratro chiamato eroina portata all’estremo, in cui neanche l’amore di Aurora, paziente e determinata, e di Mara, innocente e consapevole spettatrice, hanno potuto far nulla.