Il mondo nuovo di Aldous Huxley: uno sguardo sul futuro
Il mondo nuovo di Aldous Huxley è uno di quei romanzi che non avrei mai pensato di leggere nella vita. Non sono un’amante del genere fantascientifico, figuriamoci quando si tratta di un romanzo. E invece ancora una volta sono rimasta felicemente sorpresa.
Il mondo nuovo è un romanzo di fantascienza pubblicato nel lontano 1932 ma che conserva una modernità fuori dal comune. In questo romanzo viene presentato il mondo del futuro: un mondo distopico ambientato nell’anno di Ford 632 (corrispondente all’anno 2540 della nostra era) unito in uno Stato Mondiale il cui unico obiettivo è la stabilità sociale e la felicità degli uomini. In questo mondo tutto viene finemente progettato, dalle nascite alle personalità delle persone, per fare in modo che gli uomini non si sentano mai infelici e, di conseguenza, non vogliano cambiare le cose. In realtà gli uomini di questo mondo non provano sentimenti veri né insoddisfazioni, perché fin da bambini vengono condizionati per fare in modo che accettino naturalmente la vita che è stata progettata per loro. E se mai ci fosse qualche forma lieve di infelicità, viene loro messa a disposizione una droga chiamata soma, in grado di assegnare i loro stati d’animo.
Sembra assurdo, soprattutto per la nostra epoca, nella quale ci battiamo per avere sempre maggiori libertà, eppure pare proprio che funzioni.
L’unico momento di instabilità si ha quando avviene uno scontro tra il Mondo Nuovo e quello vecchio tramite il personaggio di John. Due abitanti del Mondo Nuovo, Bernard e Lenina, fanno un viaggio nella Riserva dei selvaggi, ossia in una parte della Terra, che corrisponde al Nuovo Messico, la quale non era stata “civilizzata”. Qui i due conoscono John, nato da una donna del Mondo Nuovo che anni prima, anche lei in vacanza, si era persa nella Riserva e lì era stata abbandonata perché incinta, nonostante le cure di contraccezione a cui tutte le donne erano obbligate a sottoporsi. Quando John arriva nel Mondo Nuovo, passata la meraviglia iniziale, si rende conto di trovarsi di fronte ad un mondo freddo e vuoto, privo di felicità, in cui gli uomini sono solo schiavi dello Stato Mondiale.
Questo romanzo mi ha veramente stupita e lo consiglio vivamente. È ben scritto, è chiaro e semplice, e coinvolge il lettore fin dalle prime pagine, facendogli credere che il futuro verso il quale sta andando è proprio quello di cui si sta narrando. E infatti, a mio parere, l’idea di futuro che ci presenta Huxley non è per niente astratta. Anzi, credo che sia piuttosto plausibile. Non siamo forse in qualche modo già condizionati (pur non accorgendocene) da chi sta al potere?