Qualcosa di vero: un intero mondo sul pianerottolo
Edito da Feltrinelli e disponibile a partire da aprile, Qualcosa di vero di Barbara Fiorio ha fatto capolino sabato 16 maggio al Salone OFF di Torino.
È la storia di una quarantenne e una bambina, un pianerottolo attorno al quale ruotano due generazioni a confronto.
Se pensate che Qualcosa di vero sia la classica storia di favole e infanzia felice, state sbagliando strada.
Giulia e Rebecca: il mondo dei bambini e quello degli adulti analizzato in chiave moderna, dove spesso sono i piccoli a dire e dare nuove soluzioni agli enigmi della vita.
La protagonista Giulia è una pubblicitaria di successo, impegnata a trovare sempre nuovi allettanti slogan per i prodotti che la redazione le propone.
Nella sua vita scandita da impegni e pasti veloci nei ritagli di tempo che le restano, si inserisce la piccola Rebecca, da poco tempo vicina di casa.
Giorno dopo giorno, sera dopo sera, storia dopo storia, la loro diventerà una vera e propria amicizia; Giulia non ha figli, non ha contatti con il mondo dell’infanzia ma riesce subito a conquistare la bambina raccontandole accattivanti versioni delle fiabe, lontane dal mondo della tradizione.
Sono le storie rivisitate dai fratelli Grimm, quelle di Perrault e di Andersen, storie in cui principi e principesse non spiccano quanto a intelligenza, in cui le matrigne mozzano gli arti e abbandonano bambini, storie in cui un bacio non serve di certo a trasformare qualunque essere in un principe. Anche Lorenzo, caro collega oltre che grande amico, conviene con Giulia quanto a racconti e versioni alternative sui supereroi dal mantello colorato.
Giulia ne è sicura: il mondo è proprio come le favole; non esistono persone perfette e quelle chi si avvicinano più ad un personaggio perfetto hanno qualcosa di misterioso da nascondere.
Non esiste nulla di più vero degli affetti, dell’amore, sei sentimenti sinceri; non sempre i vincoli e le etichette rendono questa alchimia perfetta, a volte tutto questo è superfluo.
– Diciamo che aveva cercato di farmi vivere una fiaba, dimenticandosi poi di rivelarmelo. – E Zorro? – Dicono che non esista. – Secondo me è come le fate. Se ci credi, esistono.
Qualcosa di vero non è un libro per bambini; è un libro realistico e per niente bigotto.
È un romanzo sugli affetti perché, a volte, c’è più casa su un pianerottolo che con i propri legami di sangue. È la storia della violenza che vive in incognito e si traveste di perfezione, dietro una camicia stirata fin troppo bene, attraverso lo sguardo fisso e i modi gentili, dentro gesti lenti e rassicuranti.
In Qualcosa di vero c’è l’onestà di raccontare le cose così come stanno, senza fronzoli e cornici idilliache, ma attraverso l’autenticità dell’imperfezione, fatta spesso di circostanze cruente e poco piacevoli; il realismo attraverso le favole che permette di sognare, di credere in Zorro o in Capitan Inchiostro, mantenendo allo stesso tempo la realtà a portata di mano. E c’è poi la solidarietà femminile, quella sensazione di complicità e di aiuto reciproco che non si dice, si fa.