Drop-Out di Federico Batini, analisi sull'abbandono scolastico Drop-Out di Federico Batini, analisi sull'abbandono scolastico

Drop-Out di Federico Batini, analisi sull’abbandono scolastico

drop-outLa prima copia di questo testo esce nel Maggio 2014. Autore del libro è Federico Batini, ricercatore e professore all’Università di Perugia presso il Dipartimento delle scienze sociali, dell’educazione e della formazione. Editore del libro è “Fuorionda”. Il libro è suddiviso in diverse parti per un totale di 179 pagine. Nelle prime tre pagine troviamo la prefazione di Roberto Trinchero, professore presso il Dipartimento di filosofia e scienze dell’educazione dell’università di Torino. Vi sono poi nove pagine dedicate all’introduzione di Guido Benvenuto, professore presso il dipartimento di psicologia dei processi di sviluppo e socializzazione all’Università La Sapienza di Roma. La parte più corposa del libro occupa 162 pagine, che analizzeremo in seguito. Per finire, tre pagine per la postfazione di Giuseppe Burgio, professore presso il Dipartimento di filosofia, filologia, arti, storia all’università di Palermo. Le ultime due pagine sono poi dedicate alla bibliografia.

Il volume, come detto poco fa, è suddiviso in due parti. Nella prima troviamo ciò che potremmo definire “teoria”. Infatti, l’autore parte dalla definizione, o meglio, come sono stati classificati, i ragazzi Drop-Out. Per questo scrive: “Ragazzi, tra i 16 e i 18 anni, che hanno interrotto un percorso di istruzione senza terminarlo.” Riporta anche quella che è la definizione letteraria e cioè “spinto fuori”, “lasciato andare”, sottolineando il fatto che, questa accezione, “offre l’idea di qualcuno che compie l’azione, che la subisce o che è spinto a compierla.

L’autore passa poi ad analizzare qual è il ruolo della scuola verso questi ragazzi. Le istituzioni scolastiche, infatti, spesso orientano gli alunni sulla base delle loro mancanze e difficoltà, attuando così un processo di etichettamento, che porta gli stessi ad auto svalutarsi, demotivarsi e sentirsi inadeguati. In questa prima parte sono riportate anche alcune statistiche che rendono evidente quanto l’Italia sia ancora ai primi posti, tra le varie nazioni dell’Unione Europea, per quanto riguarda l’abbandono scolastico.

Verso la fine, sono trascritte quelle condizioni, definite “facilitanti”, per l’emersione di risultati di apprendimento. Da questi punti, si può capire come la disattenzione nei confronti dei “più deboli” è una tra le cause fondanti del problema Drop-out. Spiegate poi le modalità con cui è stata effettuata la ricerca, si passa alla seconda parte del libro.

Qui sono le voci dei protagonisti a parlare e cioè i ragazzi drop-out. Il campione preso come riferimento, è composto da 27 interviste raccolte in tre percorsi formativi dell’Amministrazione Provinciale d’Arezzo per drop-out tra l’Ottobre 2013 e il Febbraio 2014, e una componente perugina di 40 soggetti drop-out. Lo strumento di rilevazione è stato l’intervista di tipo narrativo semi-strutturata cioè sono evidenziate le aree d’interesse e non le domande specifiche che dovevano emergere dall’interazione, lasciando fluire il racconto ove fosse possibile.

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Le interviste sono state eseguite da parte di alcuni studenti dell’Università di Perugia. Questa ricerca ha una finalità puramente descrittiva e conoscitiva, in quanto si vogliono far emergere le voci dei diretti interessati. L’aspetto su cui si punta è capire come i ragazzi drop-out, secondo quindi la loro prospettiva, hanno vissuto l’esperienza dell’abbandono scolastico e quali sono state le motivazioni che li hanno portati a prendere questa decisione. L’intervista ha cercato di essere più naturale possibile intervenendo, quando necessario, con domande stimolo poste in caso di silenzio o nel caso in cui la narrazione non prendeva in considerazione le aree d’interesse. Le interviste sono poi seguite da una breve analisi che può rilevare degli spunti, dei suggerimenti da parte dei drop-out, per far funzionare meglio il sistema da loro criticato o elogiato. Per le analisi poi trascritte sul libro, è stata utilizzata la tecnica della costruzione di categorie ex poste e cioè, come scrive l’autore, “lasciandole emergere dal testo attraverso letture soggettive e poi facendo interagire le diverse interpretazioni, scegliendo poi quelle con maggiore evidenza nel testo”. Al termine di queste interviste si può essere sempre più convinti che non sono i ragazzi ad abbandonare la scuola ma, viceversa, è stata la stessa scuola ad allontanarli ed escluderli, non preoccupandosi per loro e compromettendo per sempre il loro futuro.

Ognuno di noi è diverso, ha una sua storia che va ascoltata e ha il diritto di essere rispettata. Come dice, infatti, Don Milani. “Non c’è niente di più iniquo che dare in modo uguale a diseguali”. Questo libro dovrebbe far riflettere noi giovani perché il cambiamento deve partire da noi stessi. Non bisogna arrendersi e sottomettersi al sistema perché gli unici a rimetterci saremmo noi. Dovrebbe, però, far riflettere anche chi si definisce insegnante, educatore, ecc. Dovrebbero ricordarsi che hanno la grande responsabilità, insieme alle famiglie, di formare futuri cittadini ma non solo a livello intellettivo, ma soprattutto personale. Formare persone che abbiano valori e personalità forti.

Consiglio a tutti di leggere questo libro perché a volte, una realtà così evidente e vicina a noi, è tralasciata e dimenticata, escludendo la possibilità di poter aiutare chi ha avuto un’esperienza meno fortunata, o semplicemente diversa, dalla nostra. Io sinceramente non credevo esistesse una classificazione per questi ragazzi e, soprattutto, che i numeri dei diretti interessati fossero così elevati. A maggior ragione consiglio la lettura del libro a chi, come me, non è informato sui fatti, in quanto, solo con l’informazione si può reagire e intervenire. Vorrei terminare con una celebre frase di Winston Churchill e cioè: “Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare”.

Rosanna Tabano

Autore: rosanna

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