Io sono leggenda di Richard Matheson: “Dracula al contrario”
L’ultimo uomo
Robert Neville è l’unico uomo rimasto vivo sulla Terra.
Nel 1976 un’epidemia misteriosa ha falcidiato la popolazione mondiale. I contagiati sono mutati in vampiri, creature feroci e costantemente alla ricerca di sangue per sopravvivere. Riempiono le strade, di notte, in cerca di vittime; ma durante il giorno, quando non sono in grado di muoversi e piombano in un sonno irreale, è Robert Neville a dare loro la caccia.
Misteriosamente immune alla malattia che ha messo fine alla civiltà, Robert ha perso tutta la sua famiglia, e sopravvive conducendo una vita monotona, fatta di routine sempre uguali. Di giorno percorre le strade deserte di Los Angeles, raccogliendo cibo e uccidendo i vampiri che scova nelle case ormai abbandonate. Al tramonto ritorna nella sua casa, si barrica dentro e sbarra le finestre. Aspetta che la notte passi, mentre fuori dalla sua porta i vampiri si affollano aspettando che esca e urlando il suo nome. Finché non decide di cercare di capire meglio cosa è successo, lavorando ad una cura che possa salvare i vampiri. E forse, scoprirà che non è così solo come ha sempre pensato.
Dracula al contrario
Io sono leggenda è ormai un classico della fantascienza. Pubblicato per la prima volta nel 1954, come tutte le grandi opere rimane sempre attuale e interessante. Richard Matheson (autore che ha ispirato una generazione di scrittori americani, fra cui Stephen King, e sceneggiatore di molti film di successo) era partito dall’idea di voler ribaltare lo scenario di Dracula. Se nell’opera di Bram Stoker si parlava di un unico vampiro in un mondo di umani, Matheson stravolge completamente il punto di vista: Io sono leggenda è la storia dell’unico umano in un mondo abitato solamente da vampiri. Scordatevi anche le atmosfere da romanzo gotico: la componente soprannaturale tanto cara alle storie di vampiri scompare completamente nell’opera di Matheson, per fare spazio ad una rilettura in chiave scientifico-psicologica dell’origine dell’epidemia.
La storia di Io sono leggenda è raccontata dal punto di vista di Robert Neville. Si tratta di un personaggio tragico, e interessante. Un uomo che nonostante tutto combatte per andare avanti in un mondo in cui non è rimasto nulla per cui vivere. Se Neville ha accesso a tutti i bisogni primari (cibo, una casa, una relativa sicurezza), Matheson si concentra nel mostrarci la lotta interiore che egli deve sopportare tutti i giorni: una lotta contro la solitudine, la noia, il vivere senza nessuna prospettiva e nessuno scopo, e contro il pericolo che si nasconde sul fondo di un bicchiere di whisky. C’è poca azione in Io sono leggenda, ma molto su cui riflettere.
Non solo un libro sui vampiri…
L’atmosfera che si respira leggendo l’opera di Matheson è opprimente, carica di una tensione latente che spinge a macinare le pagine. Si immaginano le assolate strade vuote e il silenzio irreale di una città abbandonata; si lascia trapelare il ricordo dell’inferno in cui si è dibattuta l’umanità morente nei suoi ultimi giorni, prima che il mondo fosse invaso dai vampiri; si descrive la solitudine e l’apparente banalità della vita dell’ultimo uomo. La parte finale del libro è forse la più interessante e riuscita. Matheson introduce a poco a poco una prospettiva nuova, rovescia le carte in tavola portando il lettore a chiedersi cosa sia, davvero, quella che noi consideriamo come “normalità”. Io sono leggenda fa quello che solo la fantascienza di qualità riesce a fare. Ci mette di fronte ai limiti e alle contraddizioni dell’essere umano, aiutandoci a capire e, a volte, ripensare, il nostro posto nell’universo.