Un uomo di Oriana Fallaci, la storia di “un poeta, più che un eroe”
Oriana Fallaci colpisce come un pugno allo stomaco fin dalle prime, struggenti parole del prologo di Un uomo, il libro che la giornalista fiorentina dedica ad Alekos Panagulis, solitario attentatore del dittatore greco Georgios Papadopulos e suo compagno di vita. Quell’urlo incessante “Zi, zi, zi! Vive, vive, vive!” che l’uomo della folla grida al funerale di Panagulis, assassinato in un misterioso incidente d’auto nel 1976, è scandito con rabbia dalla Fallaci, perché strillato da “quel popolo che fino a ieri t’aveva scansato, lasciato solo come un cane scomodo”. Un uomo è un libro che racconta la Storia, quella con la “S” maiuscola, perché la Fallaci, mantenendo la promessa che aveva fatto ad Alekos Panagulis negli ultimi mesi della sua vita, ripercorre la sua vicenda con la scrupolosità della cronista e il pathos della tragediografa. Dopo il prologo, i primi capitoli sono dedicati alla vita di Panagulis prima che la Fallaci lo conoscesse: il fallito attentato al dittatore greco, la fuga disperata in mare, l’arresto, le atroci torture a cui fu sottoposto dai suoi aguzzini e a cui stoicamente resistette senza tradire i compagni che lo avevano supportato, il processo-farsa che si concluse con la condanna a morte, l’esasperante attesa dell’esecuzione e la grazia. Sospesa la pena capitale Alekos Panagulis trascorse cinque anni nella prigione di Boiati in una cella costruita appositamente per lui che aveva la grandezza di una tomba, una disumana reclusione che visse con fierezza e dignità, sfidando continuamente i suoi carcerieri, studiando l’italiano e componendo poesie con ogni mezzo possibile quando persino carta e penna gli furono negati. La giornalista intervistò Panagulis pochi giorni dopo il rilascio, e già durante il primo colloquio la passione che li legherà irrompe con la sua forza impetuosa, con la potenza del destino ineluttabile, così come da copione di una tragedia classica. Per Alekos Oriana, la giornalista sferzante sempre in prima linea, che guardava negli occhi i potenti e senza timori e asservimenti raccontava la Storia, si fa Sancho Panza e accompagna il suo Don Chisciotte nelle battaglie che intraprenderà da uomo libero in una Grecia che sebbene il regime dei Colonnelli fosse caduto, era ancora assoggettata dagli uomini che avevano servito la dittatura. È proprio per mostrare la collusione tra il ministro della Difesa Averoff e la tirannia di Papadopulos che Panagulis perderà la vita. Un uomo è quindi un libro sulla storia di Alekos Panagulis, un poeta più che un eroe, così come lo definiva la Fallaci, ma è anche uno disperato romanzo d’amore, perché senza filtri la giornalista apre uno squarcio nella sua vita più privata, raccontando con furore quella passione che le sconvolse la vita e la riempì di gioie e dolori, tra cui quella della perdita di loro figlio durante un litigio. Un uomo è un libro che solo Oriana Fallaci avrebbe potuto scrivere, perché come le disse Panagulis l’ultima volta che si salutarono da vivi “sei stata una buona compagna. La sola compagna possibile”. Emanuela De Vita
Marzo 16, 2019
Non riesco proprio ad individuare un nesso tra Sancho Panza e Oriana, anche perché l’osservazione e gettata là senza un minimo di parere comprensibile , per me.