La regola dell’equilibrio di Gianrico Carofiglio, ritorna l’avvocato Guerrieri
Ho il piacere di annunciare che finalmente è tornato l’avvocato Guerrieri. Un po’ più maturo, un po’ più malinconico se vogliamo, ma con tanta voglia di tornare a vivere anche fuori dalle aule del tribunale.
La trama de La regola dell’equilibrio
Questa volta la faccenda è seria: un giudice noto per la sua correttezza nell’applicare le procedure e le regole giudiziarie, pare che sia indagato per corruzione. Tra i vari avvocati a disposizione, decide di rivolgersi a Guerrieri perché scopra se il procedimento esiste davvero e soprattutto perché si occupi di una eventuale sua difesa.
Guerrieri, con l’aiuto dell’affascinante e sveglissima investigatrice privata (Annapaola, che io immagino un po’ come la protagonista femminile di “Uomini che odiano le donne”… mmm ora che ci penso anche lui deve averla immaginata così perché hanno caratteristiche molto simili ndr) scoprirà ciò che sta accadendo… tutto ciò che sta accadendo. Una bella storia con un finale, non finale, a sorpresa, davvero non male.
La critica
Ma, come al solito, ciò che apprezzo di Carofiglio non è ciò che mi racconta apertamente, ma quello che mi dice tra un pezzo di storia ed un altro. Sono le malinconie del personaggio che mi attraggono, sono i suoi pensieri segreti, quelli che fa mentre guida da solo in macchina o mentre si allena con “sacco”. Sono le conversazioni personali con Tancredi, l’amico poliziotto, sono le riflessioni morali e sul tempo che passa. I romanzi di Carofiglio vanno oltre la storia. Consentitemi di esagerare un attimo: è una sorta di piccolo trattato filosofico del tempo. Vi cito una frase, così forse capirete meglio quello che intendo dire:
Adoro leggere Gianrico proprio per questo.
Se poi vogliamo essere sinceri La regola dell’equilibrio non è il migliore che abbia scritto. I personaggi, a parte Guerrieri che comunque conosciamo già, li trovo poco approfonditi e il thriller che sarebbe potuto venir fuori dall’intreccio che ha creato, l’ho sentito molto vicino a quello dei telefilm americani tipo Law and order. Nel complesso, ripeto, mi è piaciuto, sicuramente molto di più del lavoro scritto a quattro mani con il fratello, La casa nel bosco, ma molto molto meno di quello che per me è il suo capolavoro, Il bordo vertiginoso delle cose. La cosa continua a farmi rabbia.
È come se l’autore si ostinasse a scrivere di cose che conosce solo per paura di non spaziare in altre, per le quali, forse, sarebbe più portato. Io non sono uno scrittore, non ne sarei mai in grado, e forse adesso sto bestemmiando. Non ho idea di cosa voglia dire trovarsi davanti un foglio bianco e mettere sopra il nero che faccia una storia. Forse Carofiglio con l’escamotage del mondo della magistratura, il mondo da cui viene e che gli è oltremodo famigliare, riesce a trovare la scusa per tirare fuori piccole pillole di quell’altro mondo che ha dentro. Non lo so. È l’impressione che ho. Sì ho l’impressione che potrebbe darmi molto di più di quello che mi ha dato. Non mi resta altro da fare che aspettare… e sono qui che aspetto.
La regola dell’equilibrio di Gianrico Carofiglio è edito da Einaudi ed è disponibile sia in versione a stampa (280 pagine) che in formato ebook.
Premiata Ditta Carofiglio
Sempre restando in tema, vi consigliamo di leggere le recensioni degli altri libri scritti da Gianrico e Francesco Carofiglio:
Gennaio 6, 2015
Condivido…bel libro…a tratti un po’ affettato…citazioni dotte talvolta inutili per la trama