Arrivederci Piccole Donne di Marcela Serrano, le moderne “Piccole donne”
Arrivederci Piccole Donne di Marcela Serrano è una sorta di remake di Piccole Donne di Louisa May Alcott, ma al posto delle sorelle March cresciute nell’Ottocento a Concord, ci sono quattro cugine nate negli anni Cinquanta e Sessanta a Santiago del Cile. La loro storia è anche la nostra , quella che va dall’undici settembre di Salvador Allende a quello delle Torri Gemelle, dal 1973 al 2001. Nieves, Ada, Lola e Luz sono le Meg, Jo, Amy e Beth di oggi, che con uguale tormento e il medesimo ardore di ieri ci camminano accanto.
La trama e i personaggi
Nieves, come Meg, e il suo matrimonio come unico raggio di sole; lei, che delle sue sorelle-cugine è il puntello, si sposa realizzando così il suo più grande desiderio e le abbandona tranciando di netto la fitta rete di acciaio che ha costruito con loro. Nieves che non si vede più e vorrebbe come Meg non avere il cuore per non sentire più dolore, che combatte contro se stessa sull’orlo di un precipizio. Luz, la piccola Luz. Piccola Beth dall’incerto domani. Con gli occhi trasparenti come una civetta a cui niente sfugge, che decide di disprezzare i valori del mondo moderno perché troppo effimeri e complicati e sceglie di essere buona, perché la strada della bontà è quella più facile da intraprendere per lei che non è bella, non è in gamba, non è ricca. E lei che è nata prematura, non è mai riuscita a liberarsi della vulnerabilità del suo corpo minuto e debole, e ha scelto la bontà per avere un’identità all’interno della collettività. Ma il suo corpo e la sua bontà stanno per finire i loro giorni su questa terra. La malaticcia Luz è stata una pioniera del processo di internazionalizzazione di Medici senza frontiere e ha lavorato in Uganda per sentirsi viva e continuare ad essere buona, ma nonostante questo sa che la sua carne ha iniziato a morire prima che lei si ammalasse. Mentre la bontà si alleava con l’amarezza, la sua carne moriva e la sua anima diventava sempre più dura. Ada, come Jo, e l’incesto che si acquatta nel suo corpo mascolino ed ossuto, e che a stento riesce a controllare la sua forza fisica. Ada che non si limita a leggere i romanzi, ma li fa entrare nella sua esistenza, e si serve dei libri per non essere confinata del tutto nella mediocrità del normale e del quotidiano, che sogna di mettere su una casa editrice, che quando ha dovuto scegliere la facoltà universitaria non ha avuto dubbi e ha scelto Lettere (Lettrici, quante di voi si riconoscono in Ada? Su, alzate pure la mano senza esitazione! ndr). La ribelle Ada, che leva le ancore prima di tutti, ma che più di tutti ha bisogno di radici che la tengano ferma al terreno, che troverà nel lavoro la sua unica e sola fonte di consolazione. Lola, come Amy, audace e disinibita, indipendente e realista. Tre matrimoni e due figli, un lavoro che le permette di viaggiare e di guadagnare bene. La sua avvenenza è l’unica fortuna che non si è dovuta guadagnare, lei che la sua vita se l’è costruita investendo tutta se stessa. Oliveiro, come Laurie l’amico affettuoso e sempre presente, l’unico cugino maschio, tanto amato e tanto desiderato. Oliveiro che del Pueblo è il focolare, che mette fine alle ossessioni e ristabilisce la giustizia con forza e vigore. Ed infine la vecchia Pancha, che con la sua morte si porta via l’ultimo brandello di innocenza e bellezza del Pueblo, e costringe le cugine Martìnez a compiere, dopo averlo rimandato per lungo tempo, il loro ultimo volo verso il Cile. “Capisci di aver letto un buon libro quando giri l’ultima pagina e ti senti come se avessi perso un amico.” Questa citazione di Paul Sweeney rispecchia molto questo romanzo di Marcela Serrano, infatti Arrivederci Piccole Donne è tutto sommato un buon libro e quando si volta l’ultima pagina si prova per davvero la sensazione di aver perso un amico, anzi quattro amiche. Il titolo originale del libro è “Hasta siempre mujercitas”, che suona come un addio, ma non esiste vero addio se resta vivo il ricordo e noi queste piccole grandi quattro donne non le dimenticheremo mai .
L’autrice
Marcela Serrano è nata a Santiago del Cile nel 1951. Legata alla sua patria e alle sue radici, è diventata una delle principali voci della narrativa sudamericana. Arrivederci Piccole Donne è stato pubblicato in Italia nel 2004. Con Feltrinelli ha pubblicato Dieci donne, Noi che ci vogliamo così bene, Il tempo di Blanca; Antigua, vita mia, Nostra Signora della Solitudine, Quel che c’è nel mio cuore e L’albergo delle donne tristi.