Il libraio di Kabul, l’ultimo venditore di libri in terra di guerra
Quando il regime talebano cadde, mi diressi a Kabul con l’Alleanza del Nord. In una libreria mi imbattei in un elegante signore brizzolato. Dopo settimane in mezzo a polvere da sparo e macerie, settimane di conversazioni in tattiche di guerra e avanzate militari, fu per me un grande sollievo poter sfogliare un libro di letteratura e di storia. […] Un giorno mi invitò a cena a casa sua. Tutt’intorno a un sontuoso banchetto apparecchiato sul pavimento c’era la sua famiglia, una delle mogli, i figli , le sorelle, i fratelli, la madre, alcuni cugini. […] Quando me ne andai dissi a me stessa: questo è l’Afghanistan. Sarebbe interessante poter scrivere un libro su questa famiglia.
Non ho mai avuto tanta voglia di picchiare qualcuno. A provocarmi era sempre la stessa cosa: il modo in cui gli uomini trattano le donne.
Ho indossato il burka anche per comprendere meglio cosa vuol dire essere una donna afgana. […] E poi ho capito cosa vuol dire odiare il burka.
Note sull’autrice
Åsne Seierstad per i suoi reportage dal Kosovo, dalla Cecenia e dall’Afghanistan ha ricevuto moltissimi riconoscimenti nazionali ed internazionali, fra i quali il premio come migliore giornalista televisiva norvegese nel 1999, il prestigioso Free Speech Award nel 2002 come migliore reporter di guerra e il premio Ilaria Alpi nel 2003. Il libraio di Kabul è diventato in breve tempo un best seller mondiale: uscito in trentatré paesi ha venduto due milioni di copie. L’editore italiano Sonzogno ha pubblicato nel 2004 Diario da Baghdad.