L’orizzonte di Patrick Modiano, un libro attraversato dal mistero
Come spesso accade, per evitare che i ricordi si disperdano nel vento e per lottare contro le incertezze della vita, si fa ricorso alle parole, alla traccia rassicurante che lasciano sulla carta bianca.
È la stessa cosa che deve aver pensato Jean Bosmans quando, all’interno del suo semplicissimo taccuino nero, ha iniziato a racchiudere delle immagini, o frammenti di esse, così come affiorano alla mente, per proteggerle dall’oblio e fissarle per sempre. Episodi della propria giovinezza, visi senza nome o nomi senza visi, incontri fuggitivi… Insomma, tutto quello che la memoria riesce a salvare nel corso degli anni e che a volte rimane vivo nonostante tutto; altre volte, invece, si adagia sul fondo, per riaffiorare poi… chissà come… chissà quando.
Così Bosmans, a partire da semplici pezzetti, polvere di stelle, riesce a riannodare il filo del proprio passato, per fermarsi ad un nome
Margaret Le Coz.
In un luogo
Parigi.
In un tempo ormai lontano
fine anni Sessanta.
Margaret Le Coz. All’epoca è una ragazza ventenne che Bosmans conosce una sera sulle scale del metrò, mentre entrambi venivano schiacciati da una folla manifestante. Un incontro casuale che non sarebbe potuto avvenire diversamente, ma esattamente così, scaraventati l’uno contro l’altra, perché il primo incontro tra due persone è come una leggera ferita.
Due settimane dopo, ogni sera alle sette, Bosmans avrebbe aspettato Margaret sul marciapiede all’uscita dal lavoro, invitandola ad indossare un cappotto rosso per evitare di perderla tra la gente, proprio adesso che l’aveva trovata. Lei lavora in un ufficio, lui in una libreria. Tutti elementi, che fanno emergere un senso di perfetta normalità.
Eppure, Margaret, è una persona con un passato troppo pesante da trascinarsi dietro e al quale accenna solo pochissime volte, come se, il solo parlarne, facesse risorgere i fantasmi di una vita precedente. Ma soprattutto, Margaret, è una persona che fugge… fugge da un uomo, Boyaval, conosciuto qualche tempo prima e che non le dà tregua e che la cerca, la trova, la insegue, ogni volta che lei cambia città, nel vano tentativo di ricostruirsi una vita.
Ma, a pensarci bene, anche a Bosmans scappa… scappa da un uomo bruno e da una donna con i capelli rossi e lo sguardo duro. Apparentemente, sua madre.
Un amore timido il loro, mai dichiarato esplicitamente; al tempo stesso, però, vissuto intensamente, tanto da restare impresso nella mente e nel cuore. Un amore fatto di paure e senso di colpa, di ansia e preoccupazioni, che loro vivono e rivivono insieme, fino a che Margaret parte improvvisamente senza lasciare nessuna traccia.
Il rosso, un colore che ritorna e che scandisce pezzi di vita. Da una parte rassicurazione; dall’altra persecuzione.
Quaranta anni dopo Bosmans, diventato scrittore, decide di ripartire da quel nome, Boyaval, per cercare di arrivare a lei, Margaret Le Coz. Una ricerca che lo porterà lontano, a Berlino, una città che trasmette serenità e nella quale ci si può abbandonare ad un respiro di sollievo. Una Berlino libera dal sospetto, ben lontana dalla Parigi di un tempo, buia e segreta.
Ad un tratto, Bosmans si fermerà davanti ad una libreria che, questa volta, non è la sua, con la stanchezza di chi ha compiuto un lungo viaggio, ma con la convinzione di essere finalmente nel posto giusto e provare a chiudere un conto aperto, quello con il proprio passato.
La critica a L’orizzonte
Il Premio Nobel per la letteratura 2014 Patrick Modiano nel suo romanzo, L’orizzonte, ci mette di fronte allo scorrere del tempo, facendoci vivere delle esperienze che si spostano costantemente tra passato e presente.
Personaggi indecifrabili che rivelano interiorità complesse e che si muovono all’interno di una città, Parigi, descritta nel suo aspetto intimo e familiare, ma anche impenetrabile; riportata minuziosamente, via dopo via, piazza dopo piazza, che ci fa sentire anche noi lì, parte del tutto, parte della storia.
Un’espressione chiara, capace però di esprimere contenuti complicati, nei quali è possibile perdersi o proiettare i propri pensieri.
Un libro attraversato dal mistero, ma che apre le via verso nuovi orizzonti.