L’Albergo delle donne tristi di Marcela Serrano, storie di donne comuni
Scritto Da nancy di martino il 14 Novembre 2014
Su un’isoletta dell’arcipelago di Chloè, nel Sud del Cile, sorge uno strano albergo per donne in cerca di aiuto e di conforto, di comprensione e di guarigione. È gestito da Elena, una psichiatra che ha lavorato per la Resistenza e nei consultori popolari dove ha potuto toccare la realtà delle donne più indifese.
Si fa carico di noi. Il suo obiettivo è quello di guarirci, non di cambiarci, perché proprio il conforto che lenisce le ferite fa scattare il cambiamento, e questo conforto lo provi semplicemente per il fatto di essere stata accolta senza giudizi e senza rimproveri.
L’Albergo si staglia spettrale sullo sfondo di un promontorio affacciato sul mare. Vi si rifugiano donne accomunate dalla tristezza, segnate dalla mancanza del vero amore. Un carosello vertiginoso di nomi e di storie anima questo posto ameno ogni giorno e ogni notte. Dolori non cicatrizzati inducono le ospiti a confidare i propri sogni irrealizzati, gli affetti ormai estranei, gli amori distruttivi. Sono donne autonome, alcune anche famose, rimaste in sospeso tra l’amore romantico e lo spaesamento degli uomini che le hanno amate e poi abbandonate.
Sai una cosa? Penso all’amore. Tutto, gira e rigira, ha a che fare con questo sentimento così comune, fantastico, alienante, sopravvalutato, raro. Ho l’impressione che tutte quante, senza rendercene conto , siamo ferme davanti al nocciolo del dramma di questi tempi, uno dei dilemmi fondamentali di questa fine secolo: la mancanza di un punto d’incontro tra i due sessi.
Sono donne predisposte alla disperazione, alla paura di essere ferite ancora e si sono trasformate in sopravvissute: ai loro dolori, ai loro conflitti, ai loro rimpianti.
Com’è facile sbarazzarsi di me, com’è facile ferirmi! “– pensa Floreana mentre si dirige alla cappella il giorno dopo. […] Ancora una volta la piega che prende la realtà non dipende da lei, la sua volontà non ha giocato alcun ruolo.
Le ospiti dell’Albergo vogliono liberarsi del loro passato, vogliono riacquistare la fiducia in sé, risvegliarsi alle emozioni e alla vita. E così l’Albergo che le accoglie tristi, le restituisce al mondo solo quando hanno ritrovato il sorriso e la voglia di vivere.
La critica
L’Albergo delle donne tristi è un romanzo dedicato alle ombre delle anime femminili e l’intero testo è intriso di disperazione e voglia di riscatto. Le storie delle protagoniste sono storie comuni e questo le rende più umane e ce le fa sentire più vicine. Il ritmo è buono e ci sono alcuni passaggi molto intensi. I dialoghi lasciano un po’ a desiderare, diventano spesso ripetitivi e scivolando nel banale; il sesso resta l’argomento preferito dalle ospiti dell’albergo. Le anime delle protagoniste vengono scandagliate senza alcun tipo di approfondimento psicologico e tutto resta confinato nell’ambito di un sentimentalismo portato un po’ all’estremo.
Note sull’autrice
Marcela Serrano è nata a Santiago del Cile nel 1951. Legata alla sua patria e alle sue radici, è diventata una delle principali voci della narrativa sudamericana. L’Albergo delle donne tristi è stato pubblicato per la prima volta nel 1997, ma in Italia è giunto qualche anno dopo, nel 2001. Con Feltrinelli ha pubblicato Dieci donne, Noi che ci vogliamo così bene, Il tempo di Blanca; Antigua, vita mia, Nostra Signora della Solitudine, Quel che c’è nel mio cuore e Arrivederci piccole donne.
Novembre 18, 2014
È il mio libro preferito in assoluto. Mi ha emozionato il modo che descrive lo stato emotivo di queste donne e il filo rosso che le unisce