Il tempo non cancella, ritorna il team Benussi di Roberta De Falco
Roberta Mazzoni, donna di cinema a Roma e dintorni, Roberta De Falco, autrice dal 2013 di romanzi polizieschi: due Roberta, una sola. Il secondo, infatti è il nom de plume, lo pseudonimo che la cine-sceneggiatrice milanese ha scelto per firmare le inchieste di Ettore Benussi, a sua volta scrittore per vocazione, ma principalmente commissario di polizia a Trieste. Il dirigente della Mobile in sovrappeso ritorna infatti nel terzo titolo che lo vede protagonista con la sua squadra affiatata (l’irrequieta ispettrice Elettra Morin e l’ottimo Valerio “Napoli” Gargiulo). Il tempo non cancella, edito da Sperling & Kupfer (312 pagine 16,90 euro), è una storia di romanzi nel cassetto, di scrittori che si credono geni incompresi e di agenti letterari tutto marketing e distintivo, che tra una coccola e l’altra all’anziano campione di vendite, non dimenticano se non altro di fiutare in giro nuove promesse.
La trama
Il giallo nasce subito, s’intravvede nelle pagine dei ricordi di qualcuno che resta a lungo senza un nome, ma le indagini vere cominciano a prendere forma più avanti, dalla scomparsa di un altro romanziere, un soggetto particolare, col carattere tutto suo, a volte schivo, altre simpatico e amichevole. Ivo Radek, ora quasi novantenne, era ragazzo a Parenzo, prima che Tito cacciasse i taliani dall’Istria e lo rendesse un esule malinconico, povero di tutto, ricco solo di ricordi dolorosi. Sono quelli che gli hanno consentito di commuovere i lettori con la sua scrittura di cuore. Da allora riscuote i favori della critica, anche se qualche concorrente lo giudica del tutto sopravvalutato dal pubblico. Invidie e gelosie non gli impediscono di sfiorare il Nobel, due editori si contendono la firma prestigiosa e il suo agente letterario è Rhoda Wallace, una bella e capace quarantenne londinese, di mamma fiorentina. Per i meriti letterari, la Facoltà di lettere dell’Università di Trieste ha deliberato di conferirgli una laurea honoris causa, ma lui avverte come una perdita di tempo la cerimonia imminente. Con l’espressione cupa, ha detto alla moglie Petra che si sottrarrebbe volentieri a quel rito insopportabile. Quando la signora Radek – seconde nozze, vent’anni più giovane, insostituibile regista della famiglia – telefona al commissario, sono passate appena quattro ore da quando il marito è uscito. Troppo poche per giustificare una ricerca, però Ivo è anziano ed anche cardiopatico. Ettore informa Valerio, giovane di princìpi sani, una laurea in legge gettata alle ortiche insieme al posto sicuro nello studio legale paterno a Napoli e una relazione non facile con la collega Elettra, dello stesso Benussi team. Radek ha lasciato casa senza portafogli e documenti, dopo aver ricevuto una voluminosa busta raccomandata: venti fogli scritti a mano. Soprappensiero, è andato in battello fino a Grado, perduto tra i fantasmi risvegliati da quelle righe.
Sorpresa: lo scrittore ritorna
Pur recalcitrante, raggiunge l’Aula Magna per la laurea ad honorem e smesso il broncio si dimostra brillante e originale come sempre. Però sparisce durante il rinfresco e questa volta è rivenuto in biblioteca, in un lago di sangue fuoriuscito dalla tempia. Qualcuno l’ha spinto con violenza contro uno spigolo. Tentato omicidio. Chi nasconde un movente? Il figlio Fabio, che gli ha chiesto un anticipo sull’eredità ricevendo un rifiuto? Il critico Stelio Kunz, rancoroso autore di capolavori negati? Il compagno della figlia Cristina, un bruto capace di uccidere il criceto della figliastra perché porta malattie? Il proprietario e il direttore editoriale delle due case editrici disposte a tutto per accaparrarsi i diritti dello scrittore dalle uova d’oro? Non solo due nomi e una donna: due nomi, un uomo. Frano Molnar è Toni, il protagonista del romanzo “L’amico d’infanzia”, il best seller di Radek. E Toni è Frano Molnar, fraterno compagno d’infanzia e adolescenza. A separarli non è stata la persecuzione titina degli italiani ma Lea, la ragazza che è andata esule con Ivo, l’ha sposato Ivo e ha avuto due figli. Li ha divisi lei, Ivo il ricco, Frano il figlio dei servi, l’italiano e il comunista, l’istriano fascista e il miliziano rosso. Gli uomini, da giovanissismi, riescono a infliggersi ferite che il tempo non cancella. Molnar sta male, un tumore diffuso allo stomaco non gli lascia speranza. Tra poco se ne andrà, dice, ma prima c’è ancora una cosa da fare. Anzi, due.