I Dissidenti di Sara Zelda Mazzini
«Sai, trovo che Madelon sia una bella parola.»
Gli dedico la contorsione del mio tratto intestinale.
«Puoi chiamarmi così, se ti va.»
La trama
I Dissidenti sono gli esponenti di una particolarissima comunità autogestita che vive tra i luoghi a noi conosciuti ma in un tempo imprecisato. Hanno scelto di contravvenire ai dettami imposti da una società fondata sull’anticonformismo e pertanto di tornare ad una vita semplice, caratterizzata dai valori tradizionali e dal lavoro manuale.
Madena, detta Mad, è una giovane donna in cerca di risposte, e in tale ricerca si ritrova perennemente in viaggio. Riesce a scrivere la parola fine sui suoi vagabondaggi nel momento in cui raggiunge un antico manicomio in rovina nei pressi di Volterra; lì, tra i Dissidenti, Mad crede di aver finalmente trovato quello che stava cercando, ovvero qualcosa a cui potere appartenere. Ma in quel luogo decadente si troverà a confrontarsi con l’ambigua figura di Loki, che la obbligherà a fare i conti con la sua coscienza, facendone emergere un antico mistero.
L’autrice
Sara Zelda Mazzini nasce 34 anni fa in Toscana e si trasferisce in seguito a Monaco di Baviera. Si definisce scrittrice per esigenza, “l’esigenza di creare, di dare forma a un mondo interiore che altrimenti finirebbe per schiacciarmi”. Un bisogno, quello di scrivere, che è nato insieme a lei e l’ha accompagnata durante la sua infanzia. È stato proprio durante questo periodo della sua vita, che ha cominciato a scrivere i primi racconti, trovando in essi un mezzo per estraniarsi dalla realtà della quale spesso non comprendeva le dinamiche.
Inizialmente scriveva per sé, per dar forma agli avvenimenti che avvenivano solo dentro la sua testa; in un secondo momento invece la scrittura le è stata salvifica, assumendo la complessa forma dell’autoanalisi e aiutandola a cacciare i “demoni dell’amore ferito” che le tormentavano l’esistenza e che sono confluiti, per la maggior parte, proprio ne I Dissidenti. Il quale non è però la sua prima pubblicazione: nel 2013 ha già scritto e auto-pubblicato una raccolta di racconti brevi intitolata Cronache dalla fine del mondo.
L’autrice cura inoltre i blog A room with a review, che definisce un “contenitore letterario e contro-culturale”, e La Baviera corallina, in cui racconta della sua esperienza da cittadina bavarese. Ha scritto anche, tra il 2002 e il 2003, per il settimanale Metropoli.
Inutile chiederle quali siano i suoi progetti per il futuro: continuare a scrivere, naturalmente. Al momento, un nuovo romanzo ambientato nella sua Baviera è già stato abbozzato. Ma non solo la scrittura terrà impegnata la Mazzini nel suo futuro più prossimo: tra i suoi buoni propositi, quello di approfondire il genere steampunk, con il quale le piacerebbe cimentarsi innanzitutto da lettrice, nel tempo finalmente libero da dedicare alle opere scritte da qualcun altro.
Lo stile
I Dissidenti è un romanzo molto particolare, e non solo per la tematica affrontata, cioè la resistenza passiva ai diktat della moderna società occidentale. Si tratta di un romanzo che ha richiesto ben sette anni di lavoro prima di essere pubblicato; nonostante Sara Zelda Mazzini affermi che esso sia nato “da un’ispirazione, un’intuizione, e soprattutto da una sensazione”, come tutti i suoi testi, in un secondo momento esso è stato sottoposto al vaglio della ragione, tramite un minuzioso procedimento di revisione dello stile e della scrittura. L’idea quindi è rimasta sempre quella originaria, ma la storia ha continuato ad arricchirsi nel tempo, grazie alle nuove esperienze assimilate dall’autrice e da lei riversate tra le righe del suo romanzo.
Lo stesso titolo, I Dissidenti, è nato di getto, ma in seguito ha continuato ad essere messo in discussione. Esso costituisce l’oggetto di un intenso dibattito anche tra i protagonisti della storia, che nel corso della narrazione ne mettono in dubbio la legittimità. D’altronde oltre settanta persone popolano il mondo creato dalla Mazzini, per cui non risulta difficile immaginare che essi attuino feroci scambi di opinione, esattamente come avviene nel mondo reale. Tutti i personaggi, così come le situazioni, sono immaginari, ma sarebbe difficile gestire un numero così ampio di creazioni senza agganciarsi liberamente a un’immagine reale. Proprio in questo consiste, secondo l’autrice, il grande fascino del fantasy, genere che permette di restituire le proprie esperienze in un contesto surreale.
La storia nel suo complesso rimane fruibile ad un’ampia fascia di lettori. Nonostante dei precisi riferimenti storico-culturali familiari solo a pochi (identificabili ad esempio nella cultura degli anni ’80-’90 o nella mitologia norrena), qualunque tipologia di lettore può estrapolare la propria personale morale dalla lettura de I Dissidenti. Chiunque sia disposto a “scavare nelle proprie peggiori emozioni” riuscirà a trovare in questo romanzo un’opera che si presta a diversi livelli di interpretazione, la quale pertanto offrirà ad ogni lettura spunti di riflessione sempre nuovi.
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Novembre 24, 2014
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