Tu es Petrus, intervista all’autore Carlo Forni Niccolai Gamba
Carlo Forni Niccolai Gamba, autore di Tu es Petrus, iniziamo quest’intervista parlando del suo amore per la scrittura. Come nasce?
Del tutto inaspettatamente. Circa quattro anni fa, essendo in pensione e avendo cessato l’attività di chirurgo, mi sono trovato con molto tempo libero, che dedicavo alla lettura non scientifica. Di un tratto mi è venuto in mente l’argomento del mio primo libro, Il segreto dell’ultimo papa edito da Albatros nel 2010, che trattava dei problemi socioeconomici attuali, nei quali è coinvolta la Chiesa Cattolica, quasi profetico, visto a posteriori. Dopo aver pubblicato due saggi di carattere storico, concernenti eventi familiari, ho scritto Lo chiamarono Jehsua edito da Kimerik, sull’infanzia di Gesù, poi, a seguire, questo sulla vita di san Pietro.
Nel suo romanzo “racconta” la figura di Simon Pietro, il primo degli Apostoli e primo capo della Chiesa Cattolica romana. Che cosa l’ha maggiormente affascinata di questa figura?
Approfondendo la conoscenza delle sacre Scritture e in particolare dei Vangeli, mi sono sorpreso a confrontarmi con la figura di Gesù. Mi chiedevo spesso come avrei affrontato, se fossi stato suo contemporaneo, le Sue Parole, i Suoi Gesti, le Sue Azioni. Chi avrebbe potuto sostituirmi come testimone diretto? Certamente Simone, detto Pietro. Ho cercato nelle Scritture tutti i passi che trattavano del suo rapporto con il Maestro e successivamente, tutto ciò che negli Atti, nelle Lettere e negli Apocrifi trattava di lui. Ne ho tratto un’immagine nella quale, per molti versi, mi sono riconosciuto. Per questo, ho scelto di farlo parlare in prima persona, affinché fosse lui a “raccontarmi”.
Con tu Tu es Petrus – L’inizio del papato romano ha continuato a portare avanti i suoi studi sulle origini della cristianità. Quali “fonti” ha utilizzato?
In realtà, come ho detto prima, non è stato il libro, o il desiderio di scriverlo, a spingermi ad approfondire le Sacre Scritture, ma viceversa. È dalla loro conoscenza che è nata la scelta del personaggio più attinente al mio sentire personale.
C’è un legame fra questo romanzo e le sue pubblicazioni precedenti come ad esempio Lo chiamarono Jeshua?
Con il primo romanzo, Il Segreto dell’ultimo papa, ho voluto dare ai miei lettori una testimonianza di Fede e Speranza. Fede nella Divinità, nella Chiesa, nell’Uomo e Speranza che attraverso la Fede e l’opera incessante di Dio si possa giungere a un mondo migliore qui in Terra e infine all’eterna Felicità del Paradiso. Lo chiamarono Jehsua è invece un libro inteso a integrare le scarse notizie dateci dalle Sacre Scritture canoniche ed apocrife, sulla nascita, l’infanzia e l’adolescenza di Gesù, fino alla sua prima manifestazione pubblica nel miracolo di Cana di Galilea. Anche con questo libro ho però cercato di entrare, con la mia fantasia, nella personalità di ciascuno dei personaggi, inserendoli nell’ambiente, nell’epoca e negli eventi storici o tradizionali in cui sono vissuti. Per questa ragione ho fatto la scelta di traslitterare in nomi propri e di località dalla lingua ebraica.
Ha in cantiere un altro romanzo?
Al momento ho terminato un altro romanzo che sono in attesa di pubblicazione. Il titolo è: ΠAΡOYΣIA (Il Ritorno) – Terra nuova sotto cieli nuovi. Riprende l’argomento del mio primo libro, che narra la storia di un palestinese cristiano, Kaifa, che, divenuto Papa della Chiesa Cattolica, si adopera per la conciliazione delle varie fedi religiose e per il miglioramento della condizione umana, scontrandosi con i grandi Poteri economici e politici, che organizzeranno la sua eliminazione fisica. La scelta dell’attentatore cadrà su un suo antico amico e compaesano, Said, che aveva fatto la scelta opposta, aderendo alla religione islamica e divenendo un famoso terrorista. Le due storie si svolgono in un mosaico di situazioni che finiranno per convergere nel finale.
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