L’Armata dei sonnambuli, nuova emozione narrativa di Wu Ming
L’Armata dei Sonnambuli (Einaudi, 2014) del collettivo di scrittori Wu Ming è un ambizioso romanzo storico che omaggia la rivoluzione francese e la commedia moderna, anch’essa in qualche modo “rivoluzionaria” per quei tempi. Nella quarta di copertina si parla del libro come di un “romanzo del terrore” e dell’opera “più ambiziosa, punto d’arrivo di un percorso ventennale”.
Non sappiamo se questa sia davvero l’opera più importante per il collettivo bolognese, certo che la trama, le vicende storiche narrate, la grande capacità di trasformare una vicenda storica in narrativa, il mistero e l’esplosione mirata di un insieme di emozioni e sentimenti intrecciati spesso quasi caoticamente fra loro, rendono L’Armata dei Sonnambuli una fra le opere più riuscite per il collettivo Wu Ming e ricorda successi storici precedenti, dal sottoscritto assai amati, come Q e Altai.
Suddiviso in cinque atti, a loro volta suddivisi in scene, L’Armata dei Sonnambuli con le sue 729 pagine ci porta dentro la rivoluzione francese e dentro alcuni temi che in qualche modo risultano rivoluzionari per i nostri autori e legati a quella vicenda storica come la psichiatria, il mesmerismo oppure la presenza attiva delle donne in cerca di un nuovo ruolo nella società, che si andava formando in quello straordinario periodo storico. Un libro come sempre scritto con grande attenzione, che non lascia al caso nessun riferimento storico, che porta il lettore ad addentrarsi nelle vicende narrate dal protagonista grazie a una scrittura diretta e coinvolgente.
Interessante è anche la capacità dei nostri autori nel leggere e raccontare alcune contraddizioni di quell’evento periodizzante. Le componenti principali dell’Assemblea legislativa, quali i girondini e giacobini o ancora i sanculotti, la gente comune, in realtà più vicina alla borghesia, sono lo sfondo alla vicenda che unisce la rivoluzione a forze invisibili che condizionano la vita in alcune città remote o alla presenza di eroi della plebe parigina, schiacciata e umiliata dagli stessi eventi rivoluzionari.
Un altro protagonista del libro che con la sua commedia ispira l’eroe dei quartieri popolari parigini, è Carlo Goldoni. Il commediografo e drammaturgo veneziano, nella sua pur breve presenza francese, ha lasciato un segno intellegibile nella società parigina. Anzi, Carlo Goldoni, abbandonato l’ambiente un po’ provinciale veneziano, riesce a percepire tutte le novità artistiche che incontra nella capitale francese e il confrontarsi con i grandi intellettuali francesi del tempo, da Voltaire a Rousseau, lo arricchisce profondamente come uomo e come artista. Una città cosmopolita che Goldoni riusciva a decifrare e poi raccontare nelle sue opere. Non a caso, come dice Leo Modonnet, suo malgrado uno dei protagonisti del volume:
“un attore come lui doveva scendere in strada perché la strada era un teatro più efficace e più emozionante. Era la vera sfida di quei tempi convulsi. Questa è l’arte: saper interpretare lo spirito del proprio tempo, saper cogliere il vento del cambiamento e prendere il largo a gonfie vele. Non aveva fatto così anche il suo maestro, Carlo Goldoni, quando aveva eliminato le maschere e i canovacci della commedia dell’arte?”.
Ecco, la rivoluzione moderna della commedia Goldoniana si fonde con quella politica della rivoluzione per antonomasia, e in questo palcoscenico originale e sorprendente Wu Ming ci regala una nuova emozione narrativa.
L’Armata dei sonnambuli è disponibile per l’acquisto su Ibs a 17,85 euro.