Uccidi il padre, psico-thriller di Sandrone Dazieri |Mondadori Uccidi il padre, psico-thriller di Sandrone Dazieri |Mondadori

Uccidi il padre, psico-thriller di Sandrone Dazieri |Mondadori

Chiunque sia stato ha la mano ferma, è abituato ad uccidere. Ha colpito alle spalle la madre e ha portato via il bambino. Ma non può essere stato il padre a decapitare la moglie, nel bosco. Troppo ansioso, insicuro, maldestro. Trovare il piccolo Luca, sei anni e mezzo, è l’incarico che il capo della Mobile Alfredo Rovere affida a Colomba Caselli, vicequestore in aspettativa. Strappare al rapitore il bambino, autistico, diventa il chiodo fisso di Dante Torre, consulente comportamentale, esperto in persone scomparse.

È un grande plot cinematografico quello alla base di Uccidi il padre, Mondadori, 562 pagine 18 euro, thriller di Sandrone Dazieri, non a caso sceneggiatore e soggettista (Squadra Antimafia, RIS). Ed è un grande personaggio questo Dante. Figura allampanata, magro come una statua etrusca. Quarantadue anni, psicolabile, follemente claustrofobico – non può assolutamente stare al chiuso e al buio – bloccato da altre fobie e difetti. Ma è bravissimo nel cogliere le emozioni, sa leggere i segnali del corpo. Ha già risolto due rapimenti a scopo di riscatto, cinque altri per una violenza diversa e molti allontanamenti volontari. Interpreta magistralmente le vibrazioni più lievi negli interlocutori, perché conosce le mille sfumature della sofferenza. Le prova dentro di sé. Anche Colomba è fortemente emotiva, procede a sensazioni, che però non fanno bella figura nei verbali e non servono in tribunale. Ma aiutano a capire.

A Dante piace quella poliziotta dall’aria triste. Ex poliziotta, dopo il disastro, l’esplosione di un ordigno in un ristorante durante un’azione, da cui è uscita gravemente ferita e di cui si sente in colpa. Le ha lasciato segni fisici e soprattutto psicologici: crisi di panico, un terrore assoluto, che toglie il fiato e soffoca. E ha perso la “vocazione”, la fiducia nella giustizia e negli apparati. Anche Torre ha un disastro alle spalle. Perfino peggiore. Per undici anni, dai sei ai diciassette, è stato segregato da un uomo – forse due, gli sembra – in un silo nella campagna cremonese. Niente libri, radio, informazioni, solo contatti col rapitore, che lo trattava duramente, gli insegnava tutto brutalmente, con un inflessibile sistema di punizioni-privazioni e di premi, secondo il suo profitto. Lo chiamava “Figlio”, quando si dimostrava capace, “Bestia” quando sbagliava. Si faceva chiamare “Padre”. Un rapporto quasi messianico.

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Dante è fuggito, approfittando di una distrazione e non prima di aver intravisto almeno un altro ragazzino, sgozzato sotto i suoi occhi. Ha raggiunto una strada, dove un automobilista lo ha portato via, sottraendolo al probabile inseguitore. Quando le forze dell’ordine sono arrivate sul posto, due silos e una fattoria, tutto era bruciato e il proprietario, un contadino asociale, si era suicidato. Caso risolto per gli inquirenti, ma Dante Torre è convinto che il vero responsabile abbia incendiato le strutture per cancellare le tracce e si sia eclissato, dopo aver ucciso il complice. Ed ora il sospetto è diventato certezza, quando nei pressi del luogo del rapimento di Luca viene ritrovato un fischietto da boy-scout. Era un portafortuna che il “Figlio” conservava durante la prigionia. Il “Padre” è tornato, dopo tutti questi anni. Del resto, ha sempre pensato che era fuori, da qualche parte, inattivo o anche no. Ora lo sta sfidando, mentre dalla sua parte ci sono solo un dirigente della Polizia e la sua ex allieva, peraltro in veste non ufficiale, perchè autosospesa dal servizio.

E dire che a questo punto la storia deve ancora cominciare. Un romanzo che merita, considerato che il finale non lascerà nessuna zona d’ombra, una qualità rara per un thriller. Buona lettura a tutti, ne vale la pena.

Uccidi il padre di Sandrone Dazieri è disponibile per l’acquisto su Ibs.it a 15,30 euro.

Autore: EffeElle

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1 Commento

  1. trama proprio come piace a me pieno di suspence con personaggi con le loro paure debolezze ma forti determinati .secondo me è un libro che ti lascia senza fiato con la voglia di leggerlo senza interruzioni fino alla fine.in poche parole travolgente.

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