Intervista a Linda Re, autrice de La Compagnia della Strega
Ci ha tenuto incatenati, incantandoci con i suoi personaggi, fino alla fine; abbiamo tremato, sospirato e sognato con il suo fantasy. A seguito della recensione de La Compagnia Della Strega, abbiamo virtualmente scambiato due parole con l’autrice Linda Re, al suo primo romanzo.
Lontano da queste righe, che è Linda Re?
Ancora non lo so! Il punto fermo è la mia bellissima famiglia. Per il resto, sono testarda, puntigliosa e allo stesso tempo passionale: se ho un progetto, mi butto anima e corpo e niente mi può fermare. Amo i libri, la musica, il cinema e gli animali. Sono vegetariana da quando, appena ragazzina, ho visto in TV per puro caso “Nestore l’ultima corsa” con Alberto Sordi. Dipingerei il mondo di arancio e vivrei volentieri a Venezia.
Cosa sognava da piccola?
Fin da quando ho memoria, amavo giocare, giocavo tantissimo, inventavo storie, personaggi, ero così assorbita da quella dimensione fantastica che il richiamo di mia mamma per la cena era come il risveglio da un sogno.
Quali letture hanno segnato i suoi trascorsi?
Ho gusti molto eterogenei: si va da Lovecraft a Chuck Palahniuk, da Stephen King a Carlos Ruiz Zafon, da Lindqvist a Anne Rice. Fra i classici moderni, spazio fra Il ritratto di Dorian Gray e Bram Stoker. Classici antichi: l’Inferno di Dante. Non ho mai capito cosa mi spinga a scegliere un romanzo dallo scaffale di una libreria, sfogliarlo e decidere di leggerlo: deve emozionarmi, a prescindere dalla trama e dal genere, e deve essere animato da personaggi che mi affascinano.
Desiderava fare la scrittrice?
La prima volta che ho scritto un racconto, parlava di un pesce rosso. Avevo otto anni. Quindi sì, ho sempre desiderato fare la scrittrice. È il mio modo di comunicare, il mio angolo personale, un luogo in cui essere sincera soprattutto con me stessa.
Come nasce l’idea de La Compagnia della Strega?
Avevo in mente questi due fratelli, uno contro l’altro, allontanati da una maledizione. Uno avrebbe scoperto quanto fossero pericolose le avances di una strega, ma sarebbe stato l’altro a fare le spese del suo rifiuto al demone. E così, è iniziata la loro avventura.
Il personaggio di Maddalena risulta sin dalle prime battute coraggioso e intraprendente. Come la descriverebbe?
Mi sono divertita soprattutto a descrivere la sua reazione al potere esercitato da Manuel sulle persone. Lei sembra essere l’unica a non subire il suo fascino, anzi a trovarlo irritante e a trattarlo con perplessità e ironia. È una ragazza con i piedi per terra, piuttosto disillusa e in cerca di una svolta in una vita che non le calza a pennello. Si trova immersa in una realtà dai risvolti misteriosi e inquietanti che sfidano il suo scetticismo: ho voluto che il percorso al seguito di Manuel e Gabriele non fosse dettato da decisioni ponderate, quanto da un susseguirsi di eventi che la conducessero, suo malgrado, a non avere scelta.
Invece Manuel e Gabriele rispecchiano il buono e il cattivo nell’esercito delle tenebre.
Ciò che segna entrambe le loro vite è sicuramente la solitudine: Manuel è ossessionato dalla ricerca del fratello, si sente responsabile dell’incubo che sta vivendo. Gabriele, in realtà, è il personaggio a cui più sono affezionata. Aveva un sogno, perfetto nella sua semplicità, quello di una famiglia felice da proteggere e custodire. Era disposto a qualsiasi sacrificio per la moglie e la figlia, ma questo sogno gli è stato strappato brutalmente. La maledizione lo ha condannato all’indifferenza e al disprezzo dei suoi simili e lui ha dovuto imparare a evitare il genere umano, per non rimanere ferito. È diventato duro, ruvido, schivo, ma non lo definirei un cattivo. L’amore per la sua famiglia era così assoluto e potente che, una volta tradito, è diventato un’arma esplosiva.
E poi c’è la strega cattiva…
Desideravo un’ antagonista davvero meschina. La sua figura non è molto lontana dalla perfidia della strega di Hansel e Gretel, come scherzosamente accenna Maddalena. A parte l’aspetto fisico, che è un classico esempio di bellissima fanciulla che nasconde un demone rivoltante, volevo che dalle sue parole emergesse una natura spietata e crudele, malvagia, senza possibilità di riscatto. Una creatura che non si fa problemi a condannare un bambino come il piccolo Manuel o a deridere e distruggere psicologicamente le sue prede prima di attaccarle. Ogni suo piano è volto al Male e la sua capacità di amare è un sentimento puramente egoistico e possessivo.
È l’amore che vince sul male o è il male che si lascia sedurre dall’amore?
Ne La Compagnia della Strega il male è assoluto. Non c’è spazio per ripensamenti o conversioni. I due fratelli, Manuel e Gabriele, non sono mostri: lottano contro la stirpe della Strega instillata nel loro cuore, come se fossero entità distinte. Con l’aiuto di Maddalena e del suo amore, scopriranno di poter vincere.
Come mai la scelta di ambientare il romanzo in Italia?
Sono pienamente convinta del fatto che si debba scrivere di ciò che si conosce. Ho viaggiato in Europa, ma senza mai sostare tanto a lungo da poter dire di avere vissuto sulla pelle l’atmosfera di una città. Un conto è il turismo, un altro è l’empatia con un luogo in cui ho trascorso molto tempo.
Per alcuni aspetti, La Compagnia della Strega mi ha ricordato il Circo De Los Horrores…
Non ci avevo pensato! Paragone interessante…. La Compagnia è una brigata di maghi e artisti sicuramente sinistri, ma la Strega che li ha creati li vuole fascinosi e ammalianti. Il Re Rosso che ne è a capo è un esempio di quanto giochino a essere seducenti. Il Circo de Los Horrores ha un’impronta più… horror, appunto. Diciamo che avrebbero potuto essere concorrenti!
A chi è rivolto questo romanzo?
Ovviamente, si tratta di un romanzo fantasy. Ma ancor più, è una storia d’amore lunga un secolo: l’amore fra un uomo e una donna, fra un padre e una figlia, fra due fratelli lontani, fra una Strega e la sua vittima. Il lungo viaggio, nel tempo e nello spazio, di due uomini in cerca di libertà.
Progetti per il futuro? Sentiremo ancora parlare di Maddalena e Manuel?
Certo, sto lavorando al seguito della “Compagnia”. Non era previsto, al contrario, il finale: si è radicalmente modificato durante le revisioni del romanzo. In pochi giorni, ho capito di avere ancora molte idee sulla vicenda di Maddalena e dei fratelli Kasdan. La Strega, tra l’altro, è ancora a piede libero!