Per il bene di tutti di Giulia Fazzi: piccolo Borgo ostile
Piccolo è bello? Provate a vivere a Borgo, sull’Appennino, sotto il Monte Cenere, soprattutto se non ci siete nati! E chiedete a Giulia Fazzi, che in questo luogo di pura invenzione ambienta il suo secondo romanzo, “Per il bene di tutti”, edito da il Saggiatore, 132 pagine 14 euro.
Inventato, ma non troppo, perché di centri come questo ce ne sono tanti nel cuore del Paese, magari proprio accanto a noi. Mille abitanti, una comunità di compaesani a denominazione d’origine controllata, che si riconoscono solo tra gente dello stesso campanile. Dipendesse da loro, resterebbero la fauna esclusiva del posto. Farebbero volentieri a meno di quel manipolo sparuto di forestieri, segnati a dito, raggiunti da sguardi obliqui, destinati a restare diversi per sempre. Un po’ incapaci, ma soprattutto impossibilitati a integrasi fino in fondo.
Borgo non esiste, ma potrebbe essere in tanti luoghi, potrebbe avere tanti nomi, chiamarsi Corleone, San Luca, Cogne, Garlasco e senza perdere nulla del suo localismo più tipico, più ristretto. O anche Brembate di Sopra, la cittadina nella Bergamasca dove Yara Gambirasio è svanita senza che nessuno vedesse, sentisse, parlasse, come le tre scimmiette. Una comunità chiusa, serrata, impenetrabile, ancora più dei santuari delle mafie, anche se non si vedono coppole fuori dei bar, gli anziani non guardano biechi gli estranei, non rispondono “nente sacciu”. Non rispondono e basta. E non sono nemmeno anziani. E non dicono neppure quello che pensano dentro di sé: che il male viene solo da fuori, che il colpevole non è uno dei loro, che comunque in casa non vogliono essere infastiditi. E che li lascino in pace, una volta per tutte.
A Borgo – due file di case affacciate sulla provinciale, un parco spoglio, pochi passanti per strada, spesso tanta nebbia – anche Angela è straniera, lei ch’è nata a Roveto, qualche chilometro in là, nella valle sotto la montagna verde. Pietro l’ha attirata e ce l’ha lasciata. È andato via, per pensare alla sua vita, l’ha abbandonata coi due figli, il più grande va per i dieci anni. Per mantenerli, Angela passa le giornate a pulire lo sporco degli altri, nella banca, nei condomini, a casa della signora Valli, nello studio del notaio Sereni.
Quell’altra, Anna, sì ch’è un’aliena: la meridionale, la terrona, la marucheina. Insegna nella Media, è severa, “un generale”, arriva dal Sud, ha i capelli neri, nei suoi occhi c’era il mare prima della destinazione lontano dai genitori, dagli amici. Solo l’amore per Mauro, il suo compagno, la trattiene lì, nella provincia più profonda che sembra congeniale a tanti, ma che per qualcuno può essere letale.
Agnese lavora dal notaio. Ha una figlioletta deliziosa e un marito geloso, che non le rende facile la vita. Delia è più anziana, ha perso un figlio. Come si può sopravvivere a un dolore come quello? Col marito Valerio quasi non parla, specie ad ottobre, il mese più difficile, quello in cui hanno perso Fabio. Non si è mai adattata, nemmeno i suoceri l’hanno accettata davvero.
Olga vive in un mondo suo, eppure è di Borgo. È la vecchia, la storpia, quella con una gamba sola, quella che cammina zoppicando sulla protesi malfatta e usurata, schioccando un rumore fastidioso: la gamba sana, quella monca, tac; la sana, la monca, tac; la sana, la monca, tac. Non la possono soffrire, è scontrosa, eccentrica, solitaria, ma risulterà meno ostile di altri, quando tutto cambierà a Borgo, per colpa di una foto ingiallita. Si frantumeranno famiglie, affetti, legami, anche se tutto resterà apparentemente uguale, immutabile.
Qualcuno rimarrà, altri si perderanno, ci sarà chi verrà meno. E chi se ne andrà, non senza aver saldato altre amicizie, nate dalla solidarietà tra diverse. “Non tornare, che qui ci sono i lupi”. E chi partirà, lo farà con sollievo e una punta di felicità, ad ogni casa di Borgo che si lascerà alle spalle.
Tutto per una fotografia, trovata da Delia in una scatola di scarpe, piena di ricordi dimenticati del marito. Ritrae Valerio e un gruppo di ragazzi di Borgo, tanti anni prima. Chi sono? E cosa hanno fatto insieme?
Dietro le porte chiuse, dentro le case, occhi severi frugano nelle vite altrui. Voci senza suono decidono i destini degli altri. Alla fine tutto tornerà come prima. Sarà un bene? Per chi?
Per il bene di tutti è disponibile per l’acquisto su Ibs.it a 11,90 euro.