La Regina dei mari, Isabel Barreto raccontata da Alexandra Lapierre
Una donna al comando degli uomini, in mare e nelle isole, nel 1595, epoca non certo aperta alla parità di genere. È dedicata a Isabel Barreto da Lima una nuova biografia femminile, romanzata da Alexandra Lapierre, dal titolo La Regina dei mari, edizioni Il Saggiatore, 464 pagine, 19 euro).
Tre anni di ricerche negli archivi e monasteri per ricostruire le imprese della bella signora del Nuovo Mondo, che per conto della Spagna partì alla scoperta del quinto continente, l’Australia, mancandola per qualche centinaio di miglia. Una ragazza contro l’Oceano, diretta verso terre sconosciute, sposa troppo giovane, troppo bella, ma coraggiosa e risoluta, allevata dal padre come un uomo, meglio di un uomo. Il Pacifico da parte a parte, oltre 34mila chilometri, dal Perù alle Filippine e ritorno in Messico, toccando le isole Marchesi e Salomone. Perfino Colombo ha fatto molto meno.
Doña Isabel, creola, come i nati in Sud America da genitori spagnoli, era figlia di un conquistador e sarà moglie di due. “Ti vedo regina delle quattro parti del mondo” le ripeteva il primo marito, Alvaro de Mendana, che prima di spirare le trasferì per testamento il pieno potere sugli ufficiali, marinai, soldati e coloni della spedizione, nella Baia Graziosa di Santa Cruz. Un approdo infausto, nonostante il nome, segnato da epidemie, assalti degli indigeni, diserzioni e ammutinamenti.
Già saldamente al fianco dell’anziano esploratore fin dall’inizio dell’avventura, Isabel aveva sfidato le superstizioni che consideravano funesto ospitare donne a bordo. Ora aveva ereditato le cariche del celebrato Mendana. Secondo la pomposa etichetta iberica era diventata adelantada del Quinto Continente, gobernadora delle Isole, conquistadora del Mare del Sud e prima e unica ammiraglia di un’armada di quattro navi. Sfidando tabù e convenzioni, agli atti e per diritto diventa l’incarnazione del re di Spagna Filippo II nel Pacifico, la rappresentante di Dio Onnipotente sulla terra e in mare. Ma Dio è in cielo, il re è lontano, adesso è lei che comanda, anche se l’isola ribolle di pericoli, la natura è ostile, le tribù indigene sono instabili e una parte dei connazionali le si rivolta contro: fazioni, complotti, tradimenti.
Chi con ammirazione, chi con sgomento, chi con disprezzo – il pilota della flottiglia, il portoghese Queiros, sarà il suo peggiore detrattore – tutti l’avevano vista sfidare il vento in piedi sul castello di poppa, sempre perfettamente abbigliata, ingioiellata e straordinariamente femminile. Quattro vascelli, nella primavera del 1595, avevano lasciato la costa peruviana, alla conquista di nuove terre, soprattutto alla ricerca del continente australe. Secondo alcuni, per evangelizzarlo. Per il potere, per l’oro, le ricchezze, nelle intenzioni dei più.
A bordo, l’adelantado Mendana e la moglie, un equipaggio e truppa arruolati senza troppe domande, una popolazione di coloni formata da avventurieri, criminali e prostitute. E tre fratelli di Isabel, oltre alla sorella minore, uno stuolo di dame di compagnia, serve e schiave. Avrebbero affrontato momenti terribili, diserzioni, ferite, malattie, morte. E fame, nelle interminabili settimane in mare prima di approdare alle Filippine, senza terra in vista e con le scorte prossime all’esaurimento.
È esistita davvero Isabel Barreto, nata a Lima nel 1568 e morta sulle Ande nel 1612, assicura l’autrice. Nasceva mentre Mendana salpava per una delle sue spedizioni marinare. I due mariti l’amarono entrambi e sono anch’essi esistiti, come il suo avversario, Pedro Fernandes de Queiros, che la detestò con lo stesso trasporto. Sono reali anche i personaggi secondari del libro. Alexandra Lapierre ha rispettato date e fatti che le è stato possibile accertare. Uniche, indispensabili concessioni alle esigenze narrative, gli sviluppi delle emozioni e la lingua, modernizzata rispetto al XVI secolo.
Al ritorno dall’ennesima crociera verso un’Australia che non ha scoperto, il secondo marito la porterà via dal convento in cui dona Isabel si è voluta recludere per espiare il peccato d’orgoglio. Un rapimento che fece scalpore: perfino negli scandali quella donna sfidava le regole del suo tempo. Era stata ammiraglia sul mare, si era ritirata in penitenza dietro mura alle quali Hernando de Castro la sottrasse in meno di un minuto. Dopo tanti secoli, a Lima ne parlano ancora.
La Regina dei mari di Alexandra Lapierre è disponibile per l’acquisto su Ibs a 16,15 euro.