“Dopo” di Koethi Zan: un thriller che mette alla prova
Insolito, ma vero: i libri lanciano sfide. A pagina 353 di “Dopo” (368 pagine 14.90 euro, thriller Longanesi di Koethi Zan, avvocatessa newyorchese e scrittrice esordiente), l’editore avverte: Cara lettrice, caro lettore, siete a un passo dalla verità. E li mette alla prova. Solo se credono di avere il coraggio di arrivare in fondo, potranno scoprire cosa succede… DOPO. A condizione, però, di accettare un impegno: non rivelare mai a nessuno il finale!
Nei primi trentadue mesi e undici giorni di prigionia, erano in quattro là sotto. D’improvviso, si sono ritrovate in tre e il silenzio è diventato ancora più terribile. Da quel momento sono rimaste mute, chiedendosi nel buio a chi sarebbe toccato. A parte le quattro recluse e il loro carnefice, nessuno sapeva del grande scantinato nascosto sotto quella casa. A Jack Derber serviva a ben altro che custodire conserve e sottaceti. Godeva nell’atterrirle, affamarle, annientare la loro volontà.
Sarah racconta in soggettiva, tredici anni dopo, in prima persona e torna con la memoria al sequestro. Era universitaria. Con la compagna di stanza Jennifer erano attentissime a non cacciarsi nei guai. Ma non era bastato il precetto di rifiutare passaggi dagli sconosciuti. Le aveva tradite un finto taxi. Narcotizzate da un gas sui sedili di dietro, si erano ritrovate nude, con una coppia di ragazze emaciate, in una casa isolata. Una lunga catena dal muro alla caviglia. Davanti a loro una cassa di legno grezzo, di quelle da spedizioni, un metro e mezzo di larghezza, poco meno di altezza.
Liberata con le altre due dopo mille giorni nelle mani del sequestratore, Sarah vive sotto copertura a Manhattan. Ha un nome di copertura, è in analisi e l’ultima cosa che farebbe è ripiombare nell’incubo. Ma Derber sta per uscire. Ha confessato solo il sequestro aggravato e non c’è prova della sparizione di Jennifer. Così, senza l’imputazione più pesante di omicidio, ha quasi scontato la pena. L’FBI le chiede sostegno per incastrarlo di nuovo. Delle altre due, su una non c’è da contare, ha subìto troppi traumi, si è reinserita in una vita normale e vuole solo dimenticare. L’altra, Tracy, ora è una militante femminista e si è giocata la possibilità di essere una testimone credibile. Così, diventa sempre più indispensabile trovare il corpo di Jennifer.
Il prof. Jack Derber, già docente di psicologia in carriera, molto stimato nel Campus. Si è messo a scrivere dalla cella lettere piene di pentimento. Una fondamentalista religiosa dice di averlo convertito e lo ha sposato in carcere. Sarah non crede né all’una né all’altro. Non ha dimenticato la doppiezza del prof. criminale, la metodicità nei comportamenti aberranti. Freddo e calcolatore, si riteneva intoccabile. I genitori adottivi gli avevano lasciato una seconda casa in montagna, dove teneva le ragazze e le raggiungeva ogni weekend. Psicologo, ma soprattutto psicopatico. Una alla volta, le portava al piano superiore, dedicandosi alle manipolazioni psicologiche. E non solo, dal momento che disponeva di un cavalletto, uno strumento medievale di tortura.
Erano sicure di morire. Però ce l’hanno fatta. Non tutte, a quanto sembra. Il vecchio incubo, però, rischia di ripiombare su Sarah. PROSEGUI o TORNA INDIETRO è scritto a pagina 356. Chi lo farà (proseguire), certo non rimarrà deluso, ma cosa troverà?….