Nuove scoperte scientifiche. Aggiornamento semiserio di cardio-sentimentalismo.
Ogni tanto gli studiosi del corpo umano indovinano e riescono a svelare nuovi meccanismi segreti del nostro corpo che, per quanto finito e piuttosto piccolo (se paragonato per esempio a quello dell’elefante o della balena, ma anche della mucca o del cavallo) ci riserva sempre nuove sorprese.
Questa però, prima o poi, la doveva scrivere qualcuno e siccome finora nessuno si è fatto avanti, ho deciso di farlo io. La notizia è allarmante: i cuori non si spezzano.
I cuori non vanno in frantumi né vengono colpiti da dardi piumati.
Non gocciano sangue, non piangono, non si sgretolano, né si sfaldano, non si dividono a metà e nemmeno in quarti.
Certo si può continuare a dire cuore “spezzato”, questa simpatica metafora inventata chissà da chi (che poi magari con un’accurata ricerca si riuscirebbe pure a trovarlo l’inventore del luogo comune… mah! Meglio lasciarlo avvolto nell’incertezza!), ma bisognerebbe fare a questo misterioso signore qualche doverosa precisazione, acquisita in anni e anni di meticolose ricerche scientifiche:
Un cuore spezzato non fa nessun rumore. Non fa crick, non fa crock, né crack. Un cuore spezzato non fa tonfi né capitomboli, non si ferma né scoppia, non esplode e non implode.
Un cuore spezzato se ubicato nel corpo di un umano non troppo vecchio e in buona salute continua a battere regolare come un orologio svizzero. Al massimo in alcuni momenti accelera un po’, come dopo una corsa o un brutto spavento. No no, nemmeno la decenza di un infartino, che ne so un collassetto… e dunque, non si muore di “crepacuore” per quanto sia molto romantico crederlo. E non darei molto peso a quest’articolo, secondo cui il “cuore spezzato” uccide davvero… per poi asserire che ad uccidere in realtà sono i comportamenti dannosi che si assumono di conseguenza.
Non c’entra niente coi cuori spezzati la cardiologia!
Ma la domanda più importante quella su cui dovrebbero concentrarsi tutti i ricercatori, chini sui loro microscopi a tagliuzzare pezzetti di cuori è: Come accidenti s’aggiusta? Esiste una colla speciale? Come si riattaccano tutti i frammenti di un cuore spezzato? E se non si potesse davvero aggiustare? I tessuti cicatriziali sono in genere spessi e duri, e raramente ritornano come prima.
Per conto mio, credo che il povero cuore sia destinato a rivestirsi di uno strato durissimo di scisto. Cos’è uno scisto? Una roccia favolosa appartenente alla famiglia delle rocce metamorfiche, particolari formazioni che hanno subito una trasformazione in seguito all’esposizione ad altissime temperature e pressioni. Amo le rocce metamorfiche. Ma che c’entrano con i cuori? Non è ovvio? In natura, gli shock portano sempre a delle trasformazioni. Come ad esempio un tenero cuoricino che si trasforma in pietra.
E come si scampa a un simile destino? Con un sano istinto di conservazione. Lo sapeva bene il mio personaggio cinematografico preferito, Rhett Butler, che esasperato dagli estenuanti capricci della sua amata, alla fine si congeda con un meraviglioso “Francamente me ne infischio!”.
(fonte immagine: dv.is)