Madama Butterfly di Giacomo Puccini
“Vogliatemi bene un bene piccolino,
un bene da bambino quale a me si conviene.
Noi siamo gente avvezza alle piccole cose umili e silenziose,
ad una tenerezza sfiorante e pur profonda come il ciel,
come l’onda lieve e forte del mare.”
Con queste parole, Cio-Cio San, svela al suo amato la sua essenza, la sua forza e la sua grazia in una delle arie d’opera più delicate e commoventi che siano mai state composte…
Credo che questo personaggio, nel panorama dell’opera sia spesso incompreso. Molti le attribuiscono un’eccessiva debolezza, un servilismo estremo, uno svilirsi di fronte alla figura prepotente e soverchiante del capitano Pinkerton.
Io invece credo che non sia assolutamente così. Madama Butterfly, una delle opere che più amo di Giacomo Puccini, è in realtà un’ode alla tenacia dell’amore.
Non importa se non ricambiata, non importa se vilipesa e ingannata, Cio-Cio San si aggrappa con tutte le forze al suo cuore impavido, difende il suo amore con caparbietà e testardaggine anche contro chi prova, inutilmente, a farle vedere la verità.
“Ella ci crede” sussurra Sharpless all’orecchio di Pinkerton il giorno delle nozze per dissuaderlo dal ferire una creatura tanto dolce.
Lei crede. È così convinta del suo amore che preferisce togliersi la vita piuttosto che vivere nell’onta di essere stata abbandonata. No, questa non mi sembra proprio debolezza.
Quindi, la prossima volta che qualcuno avrà la fortuna di assistere alla rappresentazione di questo capolavoro pucciniano, spero intraveda la forza e il coraggio di questa fanciulla dal destino tanto crudele…
(fonte foto: antidot.gr)