I racconti di CasaLuet
I racconti di CasaLuet sono stati scritti in una casetta deliziosa, con il tetto che pare fatto da due carte che si baciano alle estremità. Formano un angolo aguzzo, che sembra piovuto dal cielo.
Scrive proprio così Susanna Trippa, la scrittrice bolognese che con questa raccolta di racconti, nel 2008 appare per la prima volta in libreria. Edito da Lampi di Stampa, il libro ci svela il percorso che la scrittrice ha deciso di tracciare, rispetto alle motivazioni che l’hanno portata a svelarci il suo mondo.
Sono le emozioni che legano in modo indissolubile i sei racconti e la postfazione Conchiglie, cozze e vongole. C’è una ricerca profonda, un desiderio di rivelare attraverso la scrittura, il mondo semplice che ci circonda. Senza dimenticare quanto la scrittura debba comunque fare i conti con il male di vivere con cui, prima o poi, ognuno di noi deve fare i conti.
In CasaLuet si può ritrovare il senso delle cose attraverso tre racconti, che sono poi le colonne portanti dell’intera raccolta. È possibile ritrovare le origini della scrittura avvolgente e decisa che porteranno Susanna Trippa al più maturo Come cambia lo sguardo. Primo romanzo che ha raccolto consensi di affermati scrittori come Roberto Pazzi e del regista Pupi Avati.
Appuntamento alle sette, Liverpool Station e I tre porcellini valgono da soli molto di più di quanto la scrittrice voglia farci credere. Sono il nucleo di tre romanzi appena dettati. Rimane un gusto amaro al termine di quelle pagine. Come una domanda che non abbia trovato risposta. E se uno scrittore riesce in questo intento, non crediate sia un caso questa scelta, significa che la scrittura ha assunto un ruolo fondamentale. Da antico e segreto amore si è fatto strumento di educazione alla vita.
Appuntamento alle sette è un noir che tiene il lettore con il fiato sospeso fino alla fine, quando la stessa scrittrice svela il destino dei protagonisti, senza scadere nel finale. Liverpool Station è più di una storia d’amore. Un racconto dolce, intriso di melodie blues e con atmosfere che rimandano alla storia degli Stati Uniti del sud. Al sogno americano.
I tre porcellini è un racconto biografico. La narrazione di un fatto realmente accaduto al padre della scrittrice nella Bologna del 1944. È un resoconto crudo, dove l’uomo viene messo con le spalle al muro. Si rende conto che solo il suo intuito potrebbe portarlo a salvarsi. E ancora una volta sarà una semplice casualità a meravigliare il lettore.
Non capita spesso, nel mio lavoro, di trovare libri capaci di comunicare qualcosa al lettore. Che siano scritti bene, capaci di seguire un filo logico. Quelli a cui puoi perdonare anche i passaggi a vuoto, perché in fondo, conosciamo i nostri limiti solo sperimentando la scrittura proprio come facciamo con la vita.
Susanna Trippa rimane una conferma. Anche con questa raccolta di racconti. Ed è un altro racconto, Pane e cinema, che ribadisce la bellezza della sua scrittura. Riceve infatti il 1° premio AlberoAndronico “Cinecittà – l’occhio del cinema sulla città” nel 2009.
Alessandro Russo