Per dieci minuti di Chiara Gamberale
Leggo da Wikipedia: “La psicoterapia cognitivo-comportamentale è finalizzata a modificare quelli che la teoria di riferimento definisce i pensieri distorti, le emozioni disfunzionali e i comportamenti disadattivi del paziente, con lo scopo di facilitare la riduzione e l’eliminazione del sintomo o del disturbo psicologico”. Per far questo usa tecniche che vanno a lavorare sui comportamenti usuali per modificarli, o meglio capirli. Una di queste tecniche è appunto il gioco al centro di questa storia: per dieci minuti al giorno per un mese bisogna fare qualcosa di diverso, mai fatto prima. Chiara Gamberale (1977, scrittrice e conduttrice radiofonica, di uno dei miei programmi preferiti tra l’altro “Io, Chiara e lo scuro”) descrive in questo libro appunto il mese dei dieci minuti. La protagonista, che poi è Chiara stessa, si ritrova a dover affrontare ogni giorno un’avventura nuova (camminare all’indietro per le strade, ricamare, colorarsi le unghia di fucsia, osservare un dipinto famoso, leggere un libro nuovo, vedere un film porno….) e da ognuna di queste cose nuove impara, capisce e devo dire che anche noi insieme a lei impariamo qualcosa. Quando ho girato l’ultima pagina ho avuto voglia anche io di fare il “gioco dei 10 minuti”. La Gamberale ha uno stile fluido, pulito. Quasi un’amica che parla di sé. Questo stile autobiografico dove si mescola la realtà e la finzione, sentimenti e fatti accaduti con momenti immaginati, amici veri e personaggi inventati, ci regala un senso maggiore di realtà. Ci fa leggere la storia con ancora più voglia e curiosità…
DIECI MINUTI AL GIORNO
Quando le cose accadono davvero agli altri sono sempre più interessanti, no? Anche Chiara lo dice “assurda, noiosa e fantastica la vita, quando non tocca a noi”. Forse questo è anche un po’ il segreto di questo libro. Leggiamo di Chiara ma pensiamo a noi. Quando il marito l’abbandona, in modo non proprio carino, e lei si ritrova sola, priva dei suoi punti di riferimento, in una casa che non ha mai sentito sua, è a noi che pensiamo. Le riflessioni sulla vita, su quelli che sono le paure, le ansie e anche le cose che affrontiamo superficialmente sono le nostre. Quindi oltre ad essere una lettura piacevole, questo scritto si dimostra un spunto di riflessione. Quando Chiara dice “il meglio della vita sta in tutte quelle esperienze interessanti che ancora ci aspettano”, noi lo continuiamo a ripetere con lei. O almeno è così che è accaduto a me. Chiara si ritrova a dover sopportare un dolore grande e non ne ha i mezzi. Continua e continua a ricadere nei soliti pensieri, nei soliti labirinti della sua mente e del suo dolore. La psicologa che la segue le affida questo gioco, dieci minuti al giorno da dedicare a qualcosa mai fatto prima. Ricercando questo nuovo da fare, comincia a vedere cose diverse… o le solite cose, ma cambiando l’angolazione, l’intensità di osservazione e magicamente tutto prende un aspetto insolito, tutto cambia profondità. Acquistano valore anche i negozianti di quartieri sempre stati là ma mai visti veramente. Persino la tanto odiata casa di cui lei non voleva sapere niente assume un significato e un’importanza diversa. È interessante vedere come tutto quello che c’è intorno si modifica, si colora. Spesso siamo noi stessi a bloccarci, a rinchiuderci in queste nostre prigioni perché sono comode, perché le conosciamo e l’ignoto ci fa paura. È bello però scoprire poi come questo ignoto, se gli diamo una possibilità, possa essere la soluzione a tutto. Grazie Chiara Gamberale. A questo non avevo mai pensato prima. Buona lettura. Ah… lo trovate anche nelle librerie online edito da Feltrinelli, 192 pagine.