Luca Bianchini: Io che amo solo te Luca Bianchini: Io che amo solo te

Luca Bianchini: Io che amo solo te

Luca Bianchini "Io che amo solo te"

Luca Bianchini
“Io che amo solo te”

Il maestrale sopraggiunge e, per chi come me arriva dalla Puglia sa benissimo, soffia forte e prepotente per almeno tre giorni. Soffia e stravolge ogni cosa: mette pensieri strani in testa, quel tipo di pensieri che ti fanno credere che ogni cosa si può fare, che la vita prende il corso giusto, che tutto si può recuperare, che ogni sogno si può avverare. Tre giorni, come i giorni in cui si svolge questa storia. Venerdì, sabato e domenica. Però, per arrivare a quei tre giorni, c’è voluta tutta una vita, quella di Ninella, di Don Mimì, di Chiara, di Damiano, di Orlando, di Matilde. Trent’anni convogliati in questi ultimi e chissà forse definitivi tre giorni. A far da cornice una splendida Polignano con meravigliosi scorci a strapiombo sul mare, con la sua gente un po’ bigotta e impicciona, con i giovani che hanno voglia di staccarsi dalle ottusità di paese ma che rimangono intrappolati nei pettegolezzi, nelle dicerie, nell’onore della famiglia, nel volere dei padri.

Un matrimonio speciale

Tutto questo ci racconta Luca Bianchini in una storia lunga solo tre giorni. Chiara e Damiano si sposano. Lei è figlia della sarta più brava di Polignano, Ninella, vedova con due figlie; lui invece è il primogenito di una facoltosa e potente famiglia locale capeggiata dall’indomito Mimì, che tutti chiamano Don. Il matrimonio dei ragazzi oltre a coronare un sogno d’amore (ma sarà amore poi?) è quindi anche una giornata in cui la più grande famiglia del paese sarà sul palcoscenico. Tutti sono in attesa dell’evento per osservare, chi da vicino chi da lontano, criticare, apprezzare, spettegolare. In paese i matrimoni sono un po’ così, deve essere tutto perfetto: l’abito, l’acconciatura, le foto, i fiori, il ricevimento, il menù, la disposizione dei tavoli, le bomboniere, l’animazione. Quindi sono tutti trepidanti, dalle suocere agli showman, tutti si sentono in gioco, tutti hanno qualcosa da nascondere e/o un talento da mostrare. Luca Bianchini riesce a immagazzinare in tre giorni i sentimenti di una vita. Riesce a cristallizzare il paese, con i suoi pro e i suoi contro. Dà vita ai suoi personaggi, a tutti. Sì, perché qui in realtà non ci sono personaggi principali: sono tutti attori della storia e soprattutto servono tutti perché la storia stessa si sviluppi e prenda corpo. Ognuno di loro conduce la propria vita e porta avanti le sue scelte condizionato dal volere dei più, dai giudizi che probabilmente riceverà, dalla reputazione. Ognuno di loro quindi si ritrova a vivere una vita diversa da quella che in realtà vorrebbe. C’è un momento magico, forse nel momento in cui il maestrale soffia più forte, dove quasi tutti si illudono che da questi condizionamenti ci si possa liberare e che la vita, quella vera, sia ad un palmo da noi.

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Cosa resterà?

Orlando si concede al suo amore, Nancy riceve il messaggio che aspettava, Mimì e Ninella ballano abbracciati insieme, Chiara e Damiano si guardano innamorati: durerà un attimo o per sempre? Chi può dirlo? Cosa resterà delle loro convinzioni e del loro coraggio ora che il maestrale smetterà di soffiare?

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Autore: Egidia Lentini

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