La Quarta Epoca: intervista a Rafael P. Vallunger
Abbiamo intervistato Rafael P. Vallunger 😉
L’autore del thriller scientifico La Quarta Epoca
Rafael P. Vallunger
Come nasce l’idea, per un ricercatore, di scrivere un’opera, seppur a sfondo scientifico, di genere narrativo?
Per scrivere di scienza bisogna rispettare regole rigidissime che descrivono materiali, metodi e risultati. La scienza oggi è un settore che funziona come l’industria, sottoposta a competizione, regole, interessi, finanza e produttività. La creatività e la fantasia, che erano le fonti della scienza agli albori, sono oggi fattori di disturbo. La letteratura invece è l’opposto: la creazione di sogni. La Quarta Epoca vuole conciliare i due fronti, prendendo fatti scientifici e combinandoli in una successione immaginaria per esplorare nuovi orizzonti e dare origine a nuovi sogni. Un tentativo di proporre nuovi mondi attraverso la libertà che si può avere raccontando una storia.
Si tratta di un primo lavoro letterario?
Non è il mio primo lavoro letterario. Negli ultimi anni mi sono cimentato con racconti e romanzi brevi però non in lingua italiana.
Oltre alla evidente esperienza personale, ci sono altri motivi che le hanno fatto scegliere il Giappone come Stato protagonista della vicenda narrata in “La Quarta Epoca” ?
Ho scelto di avviare la narrazione in Giappone perché mi ha permesso di creare un’aura di esotico utile all’ambientazione della storia. La trama si estende poi su molte altre località nel mondo che ho visitato per studio, lavoro o turismo. Facendo ciò ho voluto arricchire la trama del thriller con molti aneddoti culturali, peculiarità storiche e impressioni paesaggistiche poco note e, spero, di interesse per il lettore. La Quarta Epoca, infatti, non vuole essere solo un thriller avvincente ma anche una fonte di notizie e particolarità curiose sul Giappone e sul cibo.
Sicurezza alimentare, spionaggio industriale, ricerche spesso poco trasparenti, sono tutti argomenti che occupano le pagine dei giornali, quanto il suo lavoro è stato influenzato dalla realtà quotidiana?
Molto. Il racconto è costituito da una successione immaginaria di accadimenti e fatti spesso reali. Ho preso spunto da diversi eventi che, dopo averli resi anonimi, ho inglobato in una trama con la suspense e il divertimento di un thriller. A un livello superiore il libro incorpora la riflessione molto attuale sull’importanza del cibo per la nostra esistenza di individui ma anche sul ruolo che gioca nell’evoluzione della nostra società. Voglio dimostrare come tutto sia legato nel nostro mondo sempre più stretto e complesso: passato, futuro, biologia e modelli sociali. Facendo questo La Quarta Epoca permette anche di apprezzare punti di vista poco conosciuti sulla funzione dell’alimento nella nostra quotidianità, su alcuni passaggi inconsueti della filosofia della scienza e sui meccanismi della ricerca scientifica internazionale. Per avere un assaggio invito a visitare il sito dell’ebook laquartaepoca.weebly.com
Potrà mai esserci per lei “Una Quarta Epoca” per l’umanità?
Sono possibilista. L’umanità ha già superato le prime tre epoche caratterizzate da profondi cambiamenti alimentari e nulla ci impedisce di immaginare che una quarta potrebbe seguire. È anche possibile che i cambiamenti ambientali ci costringano a prendere provvedimenti alimentari, come risultato di un adeguamento della specie, e che questi implichino forti ripercussioni sulla organizzazione della società. E poi non dimentichiamo che la realtà supera sempre la fantasia!
Altri lavori per il futuro di tipo scientifico-narrativo?
Ho tanti altri progetti in testa e cercherò di trovare il tempo per realizzarli. Ad esempio, un altro argomento intrigante è la cosiddetta memoria dell’acqua oppure la relazione tra materia vivente ed entropia. Sono tutti argomenti borderline nel dibattito scientifico che si prestano bene ad essere le basi per nuove narrazioni. Mi piacerebbe attivare una discussione su questi argomenti su Google Plus.
Ecco qui il booktrailer!
Giannandrea Mencini