Due righe su di me… Devo proprio? Biografia di Mélina Airoli
Chi sono? Vorrei tanto rispondere con le parole di Rodolfo, da La Boheme di Puccini:
Chi son? Sono un poeta! Che cosa faccio? Scrivo? E come vivo? Vivo. In povertà mia lieta, scialo da gran signore rime ed inni d’amore. Per sogni, per chimere e per castelli in aria l’anima ho milionaria!
Ma non posso! Ahimè non sono un poeta e vivere di sola scrittura non è possibile. Per fortuna! Aggiungo.
Sì perché prima di tutto sono una mamma e una moglie molto felice. Moglie di Samuel, violinista veneziano che mi ha rubato il cuore e ha fatto sì che mettessi le mie radici a mollo in questa bizzarra città galleggiante
che ora chiamo casa; mamma di Daniel, un monello boccoluto di tre anni e di un altro bimbo che sta arrivando…
Sono cresciuta in una splendida cittadina di mare dove l’inverno non arriva mai davvero e dove ad ogni angolo si respira una brezza salata, a patto che non giunga un poderoso maestrale a schiaffeggiare tutti e
colorare di un minaccioso nero le onde che si infrangono sui bastioni catalani.
Non c’è molto da dire su di me. Sono una ragazza (fino a che età è lecito definirsi tali?) nata in un giorno buffo: il 29 febbraio 1980. E forse questo ha inciso in qualche modo sulla mia persona. Sono un disastro. I miei difetti sono assai più numerosi dei miei pregi, per questo scrivo. Posso inventare persone migliori di me: più belle, più coraggiose, più dotate, più intelligenti. E far vivere loro tutte le avventure e le vite che io non vivrò. E per lo stesso motivo amo leggere dacché ho imparato l’alfabeto. Ci sono libri che ho letto una vita fa (o anche due) che sono ancora stampati nella mia mente, autori cari più dei parenti, personaggi che mi hanno fatto piangere e soffrire e che non posso lasciar andare.
Credo che il mio difetto peggiore sia l’insicurezza che fin dalla più giovane età ha minato la mia esistenza.
La paura di non essere abbastanza mi ha fatto scegliere un percorso di studi completamente errato per me, per questo, per moltissimi anni ho dedicato tempo ed energie a cose che non mi interessavano affatto, o peggio, che addirittura detestavo.
Ho svolto molti lavori, ma il più bello è quello attuale: rendere felici le persone che amo. Questa è la mia dimensione. Non c’è soddisfazione più grande per me di una cena ben riuscita per i miei “uomini”. Una torta profumata ha per me lo stesso valore di una promozione in una carriera di successo.
Adoro cucinare. Oltre a essere un’attività per me molto divertente è una costante manifestazione di ciò in cui credo. Sono vegana da quasi dieci anni e quindi, non uso nelle mie ricette nessun prodotto di origine animale. Ovviamente mio marito e mio figlio possono mangiare ciò che desiderano, non potrei mai imporre la mia scelta a nessuno che non sia me stessa, ma quando sono in casa, sono piuttosto soddisfatti di ciò che propongo loro.
Essere vegan non significa solo non nutrirsi di alcun derivato della sofferenza e dello sfruttamento degli animali, ma anche non acquistare prodotti testati su di essi come gran parte dei medicinali o dei cosmetici, capi di abbigliamento e rifiutare alcuni svaghi “crudeli” come circhi, zoo, parchi acquatici… è un modo per manifestare ogni singolo giorno della mia vita il mio amore per la Terra e per tutte le sue creature, perché io credo fermamente che il nostro prossimo sia ogni abitante di questo pianeta, non solo l’uomo.
Altra componente fondamentale della mia vita è la musica. La Musica. Quella che solo il genio di alcuni esseri magici ha saputo donarci. Quella mistica forma d’arte che è viva, pulsante, che si deve ricreare ogni volta… non come un quadro o una statua che una volta finiti restano immutabili. La musica di cui parlo io è quella che necessita di altrettanti geni dotati di talento, capacità e perseveranza che hanno a lei dedicato la loro esistenza e che con la magia delle loro dita riportano in vita i capolavori dei grandi compositori.
Tchaikovsky, Mahler, Brahms, Dvořák, Puccini, Verdi, Debussy… non potrei vivere senza di loro.
Ho l’immensa fortuna di aver sposato uno di questi geni che mi ha mostrato i retroscena di un mondo fragile e delicato, che va protetto ad ogni costo, perché niente può donare emozioni come la musica e… la parola scritta.