Intervista a Laura Mercuri, autrice del romanzo La vita di carta
Intervista a Laura Mercuri, autrice del romanzo La vita di carta.
Salve, le va di raccontarsi un po’ ai nostri lettori?
Certo, anche se non amo parlare di me. Sarà che sono abituata al fatto che siano gli altri a raccontarmi di loro.
Ne La vita di carta racconta la storia di Irene e Matteo, la difficoltà di vivere un amore e di rimettersi in gioco. C’è qualcosa di autobiografico nel romanzo?
A mio avviso c’è in qualunque romanzo qualcosa di autobiografico, anche se non è necessariamente una parte della propria storia di vita. A volte può essere, semplicemente, il modo dell’autore di vedere le cose, il mondo. Io mi sono fatta ispirare da persone che conosco davvero per tratteggiare qualche personaggio, ma la vicenda è interamente frutto della mia fantasia.
L’amore vince sempre?
Discorso complesso. Cos’è l’amore? Passione, sentimento, affetto, responsabilità… tante cose insieme. Non la vedo come una battaglia, piuttosto come una straordinaria esperienza, comunque vada a finire.
Laura scrittrice e la Dottoressa Mercuri, quanto si assomigliano e cosa avrebbero consigliato ai due protagonisti di La vita di carta?
La scrittrice e la psicoterapeuta si somigliano poco, a dire la verità. Io mi sento sempre un po’ divisa in due, da questo punto di vista, anche se qualcosa in comune le mie due anime ce l’hanno: sia quando scrivo, sia quando lavoro con i miei pazienti, lascio sempre che siano le emozioni a guidarmi, anche se poi in entrambi i casi devo necessariamente disciplinarle con la razionalità, nel primo caso per dar vita a una storia che abbia un senso, nel secondo per assolvere nel modo migliore al mio compito, che è aiutare le persone a vivere più serenamente. Per quel che riguarda la seconda domanda, come scrittrice il mio consiglio l’ho dato ai miei personaggi mentre scrivevo, ed è un nostro segreto… come psicoterapeuta avrei consigliato a Matteo e sua moglie di fare una terapia di coppia, ma temo che lo sviluppo della storia ne avrebbe risentito!
Si dice che ognuno è il libro che legge. Questo forse vale soprattutto per gli scrittori. Qual è il suo background letterario?
Io dico sempre che se mi trovassi chiusa in una stanza, da sola, senza mobili e senza altro che me stessa e i miei vestiti, mi metterei a leggere le istruzioni di lavaggio della mia maglietta. Per dire che sono da sempre una lettrice onnivora, che passa dal giallo classico ambientato in un villaggio inglese al noir metropolitano, dalla chick-lit ai classici russi, saltellando in mezzo ai fumetti di Topolino e le strisce di Zerocalcare, se mi va. Adoro Jane Austen, Simone de Beauvoir, Haruki Murakami, Alice Munro… tanti, tantissimi. Troppi, per ricordarli tutti.