La stella alpina e la farfalla | Libro di Matteo D’Angelo
La storia di Marianna è quella di un donna qualunque con un esistenza ordinaria, con un lavoro e una vita sentimentale-amorosa ancora non pienamente realizzata. Ciò che però la distingue in positivo è l’innata ricerca di un miglioramento interiore attraverso il quale si possa liberare dalle scorie del passato e vivere in libertà, capace di stare da sola, ma anche in compagnia, con la precisa vocazione ad abbattere le barriere di incomprensione, invidia, arrivismo che spesso si creano tra gli individui, trascendendo così il bene comune per una egoistica affermazione di sé.
Solo liberando l’anima dal negativo, con un progetto che parte dalla ricerca del Sé profondo, che lo scrittore individua in quell’UNO/TUTTO della filosofia orientale in cui siamo gettati all’inizio della vita, prima che inizi il samsara della incarnazione che tutto sconvolge, Marianna riesce a congiungere parti maschili e femminili che si agitato e la pungolano nella sua interiorità e a cambiare così il suo atteggiamento nei confronti del mondo esterno, in cui si avvertono personaggi femminili arroganti e invidiosi che all’inizio ledono l’equilibrio interiore della protagonista, ma che alla fine risultano inoffensivi per via del perfezionamento interiore che giunge a compimento.
Come ogni degna ricerca interiore vi è un guru, il vecchio saggio, che la guiderà, accanto a positive figure maschili che emanano amore per il genere femminile, verso la conquista di quella condizione augurabile per tutti in cui ci sentiamo “delicati e belli come una farfalla, preziosi e forti come una stella alpina”.
Per pervenire a tale grandezza d’animo ed entrare in espansione col Tutto/Uno bisogna destrutturare le certezze e volare come il “gabbiano Jonathan” sul mondo col le ali spiegate e il cuore aperto; solo così la donna riuscirà a superare invidia e competizione nei riguardi del suo genere ed aprirsi veramente nell’amore per l’Altro da sé e ad arrivare a quel sentimento di amicizia per l’umano, suo simile, in un rispecchiamento totale.
Dall’opera, scritta in modo fluido, scorrevole e accattivante, si evince tutta l’attenzione dello scrittore per la filosofia, che è per definizione non solo “amore per la sapienza, ma anche serena e morbida riflessione sulla relazione dell’uomo con sé e col mondo esterno, certo che. solo partendo da sé, si può cambiare il mondo. Ho riletto in Matteo D’Angelo una sincera e proficua ricerca interiore che ricorda tanto il Siddharta di H. Hesse, con cui condivide questa tensione interiore di superamento del le reincarnazioni per arrivare ad essere un Buddha.
Marianna è una Siddharta al femminile, nonostante ovviamente la differenza di prosa tra il grande scrittore e il giovane e pur bravo esordiente, ed è un personaggio magnetico, calamitico, che attrae perché tutti siamo in ricerca, una ricerca mai paga, che esige sempre di cambiare rotta per ritrovarsi soli e felici di fronte al mare. Il mare è il luogo dove si rifugia il personaggio per sentire il battito del suo cuore che trema nella solitudine , mentre si rafforza nel suo positivo, dandole modo di capire che tutto quello che cerca è tra le sue mani, che non si perde nulla se si accetta l’evoluzione dell’Essere e si capisce che ogni giorno è il giorno giusto per la realizzazione dei propri desideri, perché la vita dell’uomo si coglie in sintonia col ritmo delle stagioni e della Natura tutta.
Il testo ha un contenuto estremamente interessante perché è un viaggio interiore di amore e rafforzamento di sé ed è un tributo che il giovane scrittore paga al mondo femminile, indicando una possibile strada da praticare per migliorare il livello di benessere personale e di efficacia della relazione.
Contenuto gradevolissimo e stile fruibile sono i due ingredienti che fanno di questo libro un testo positivo che consiglio a chiunque abbia qualcosa da modificare in meglio in questo passaggio sulla terra prima di uscire dal samsara delle reincarnazioni.