La moglie, il nuovo romanzo di Jhumpa Lahiri
“Subhash immaginava che Udayan frequentasse ormai altre persone, con le quali poteva affrontare liberamente quegli argomenti. Senza di lui mangiavano in un silenzio privo di conflitti, nel clima preferito dal padre. E sebbene Subhash sentisse la mancanza del fratello, a volte provava un certo sollievo nel sedersi da solo alla scrivania. Quando Udayan era a casa, nelle ore più strane, accendeva la radio. Insoddisfatto delle notizie ufficiali, scovava trasmissioni clandestine diffuse da emittenti di Darjeeling, di Siliguri. Ascoltava i programmi di Radio Pechino. Una volta, proprio al sorgere del sole, riuscì a trasportare a Tollygunge la voce distorta di Mao, interrotta dai crepitii dell’elettricità statica, che si rivolgeva al popolo della Cina.” da La moglie, il nuovo romanzo di Jhumpa Lahiri.
Tre regole fondamentali e necessarie per poter procedere alla lettura di questa recensione. La comodità…è d’obbligo. Tranquillità e tempo, poco, quello giusto per innamorarvene e qualche “picciolo” per esaudire il vostro desiderio letterario. Oggi bussa alla porta un nuovo entusiasmante romanzo, la critica scalpita e i lettori più affezionati sono impazienti. Torna in libreria Jhumpa Lahiri, scrittrice londinese, già Premio Pulitzer con il romanzo L’interprete dei malanni(2010). Cresciuta negli Stati Uniti, vive e lavora a New York ed arriva anche in Italia con il suo nuovo romanzo La moglie, edizioni Guanda. Il libro, da oggi acquistabile anche online, al prezzo di €15,30.
La storia racconta la vicenda di due fratelli Subhash e Udayan. Nati a quindici mesi di distanza in un sobborgo di Calcutta, in quelli che sono stati gli anni tormentati dell’indipendenza indiana, i due giovani sono due gocce d’acqua. Si somigliano talmente tanto che perfino i parenti li confondono. Ma se fisicamente si hanno difficoltà nel riconoscerli, caratterialmente sono uno l’opposto dell’altro. Subhash è silenzioso, riflessivo, il figlio perfetto; Udayan, ribelle ed esuberante, continua a dare enormi preoccupazioni al padre.
Lo spirito ribelle di Udayan è troppo forte, così quando negli anni Settanta nelle università bengalesi si diffonde la rivolta di un gruppo maoista, contro le ingiustizie subite dai contadini, Udayan si getta anima e corpo nella rivolta. Il fratello, invece, se ne tiene alla larga.
Subhash, infatti, parte per gli Stati Uniti. Le loro vite si dividono. Lui intraprende una carriera da studioso, Udayan, invece, si sposa per amore con la giovane Gauri, una studentessa di filosofia. Contravviene alle tradizioni e la sposa.
Vivono felici, fino a quando la tragedia non decide di portare via il giovane. Il fratello, ferito, fa ritorno dagli Stati Uniti e si sente in dovere di tornare a Calcutta, nella sua terra natìa, dove da bimbo giocava con il fratello. Ritorna in quella città e decide di farsi carico della sua famiglia e curare le ferite causate dal fratello, a partire da quelle che segnano il cuore di Gauri.
Gauri è una donna indipendente e forte, insieme alla bambina che porta in grembo, è lei che diventa il simbolo del legame indissolubile tra i due fratelli e assume un ruolo fondamentale, è il legame tra i due fratelli, in una storia travolgente. E voi? Che aspettate? Avete già messo le mani in tasca, per raccogliere i piccioli, confessatelo. E allora, correte in libreria e…Buona lettura, amici di recensionilibri.