La donna lumaca di Rosaria Iodice
Entrare nel testo di Rosaria Iodice significa attraversare il mondo dei pregiudizi e di come questo possano determinare il suicidio di un’anima.
La storia ambientata a Napoli, soprattutto nella seconda metà del Novecento, vede come protagonista Angela, nata a Pozzuoli nel 1937, omosessuale per naturale inclinazione, che si porta dietro la sua “diversità” con iniziale inconsapevolezza di cui la renderà edotta un’autentica storia d’amore. Intanto vive la sua vita non riuscendo a far emergere la sua reale natura, i suoi istinti repressi, e cercando di adeguarsi ai ritmi della cosiddetta “normalità”
Così si sposa e del matrimonio l’unica cosa da salvare è la figlia Roberta, con cui poi intratterrà un naturale rapporto conflittuale. Il testo non è solo la storia di una omosessualità negata, ma un libro estremamente intelligente sui pregiudizi di varia natura che abbattono la vita degli individui impedendo loro di emergere nella autenticità del loro essere. Così si finisce col vivere la vita degli altri, costruendo un “esistenza “fatta di macerie, di precarissimi equilibri, “esistenza” pronta a crollare di fronte alle avversità ma anche alle verità che la vita stessa impone.
Un libro equilibrato e ben dosato, in cui ottima è la contestualizzazione storica che attraversa l’Italia dalla seconda guerra mondiale al boom economico degli anni ’80, ai cosiddetti “anni di piombo” fino alla rivoluzione informatica per arrivare agli anni ’90. La penna della Iodice padroneggia con disinvoltura invidiabile i dati storici passando per le lotte del femminismo, l’approvazione delle legge sul divorzio e l’aborto,mettendo il dito nella piaga con senso di equilibrio e senza sfoggiare atteggiamenti da vetero -femminista.
Il personaggio di Angela, la donna lumaca, la donna che fatica ad uscire dal suo guscio, dalle gabbie mentali che la società le ha costruito , con il suo contributo e la sua responsabilità, ti entra nelle viscere, ti attraversa il cuore fino alla mente, perché la dote che maggiormente riconosco alla scrittrice è questo sano equilibrio, i Greci lo chiamavano metriòtes, che si raggiunge solo quando cuore e mente vanno all’unisono, potenzialità che nella Iodice sono molto sviluppate in totale armonia.
L’armonia della narrazione è il punto di forza di uno stile fluido, piano, scorrevole, garbato, contenuto e allo stesso tempo forte nel messaggio che passa: la denuncia di quanto la società ci costringa ad “essere” autonegnadoci l’Amore e un po’ di felicità, ingredienti senza i quali la vita stessa perde di senso.
La denuncia della scrittrice è potente e assolutamente da condividere, di grande attualità ancora oggi, in cui ancora permangono vecchi pregiudizi sugli omosessuali e non solo,ma su qualsiasi forma della cosidetta “diversità”, anche per via di una Chiesa che non smette di bacchettare chi non si adegua per natura o per scelta ai comportamenti considerati ortodossi.
Il dato straordinario è come la Iodice , pur non eccedendo in nulla, con equilibrio e determinazione ti scava dentro e ti attraversa e ti convince( se mai vi fosse da convincere!) sulla necessità tutta umana di essere se stessi, a rischio di impazzire attraverso la negazione di sé. Angela , negandosi a se stessa, si procura un dolore infinito, in cui l’unica maglia nella rete che la stringe è la maternità , che le dà la forza di andare avanti, fin quando anche il rapporto con la figlia non diventa labile e precario: allora c’è il crollo.
Ho accennato solo molto rapidamente alla trama, perché una recensione ne deve svelare il meno possibile, ma dare sollecitazioni alla lettura. Ebbene, il testo della Iodice è senz’altro da leggere per la profondità dell’indagine, per la forza della denuncia sociale, per aver creato un personaggio letterario in prima persona di notevole spessore; perché Angela sembra morire dentro, ma in realtà ha lati di forza sorprendenti e capacità di recupero e riesce più volte ad uscire dal guscio della lumaca nel quale si rifugia tutte le volte che si nega. Ma tante sono anche le volte in cui si ribella, come leggerete, fino all’epilogo sorprendente.