Incredibilmente Blu, intervista all'autrice Mélina Airoli Incredibilmente Blu, intervista all'autrice Mélina Airoli

Incredibilmente Blu, intervista all’autrice Mélina Airoli

Increbilmente Blu Mélina Airoli

Mélina Airoli

Quattro chiacchiere con Mélina Airoli, scrittrice al suo esordio con Incredibilmente Blu.

Incredibilmente Blu è un romanzo a metà fra il fantasy e la letteratura romantica. E c’è tanto di Mélina in Iris, o mi sbaglio?

No, non sbaglia. In realtà penso di averle dato tutti i miei difetti, ma ahimè, non posseggo i suoi pregi. Di sicuro ho trasferito su di lei la mia visione del mondo con le ovvie estremizzazioni che consente la fantasia e in particolare, tutto ciò che concerne i sentimenti, l’amore, il trasporto, l’empatia… E quindi anche il dolore, la frustrazione, il senso di inadeguatezza che sono alcuni dei suoi tratti caratteristici. La sensibilità è talvolta un’arma a doppio taglio: purtroppo, chi ama tanto, soffre tanto.

Nel suo libro c’è un forte richiamo al senso di responsabilità degli uomini nei confronti della natura e delle altre specie. Il suo essere vegana quanto ha influenzato la stesura di Incredibilmente Blu?

Moltissimo. La scelta vegana è una scelta di tipo etico. Certo, ci sono anche persone che adottano questo stile di vita esclusivamente perché lo ritengono salutare, ma la spinta iniziale per la maggior parte di noi nasce dal bisogno di fare qualcosa nel quotidiano per non alimentare la crudeltà e lo sfruttamento degli animali, partendo dal presupposto che l’uomo si è ingiustamente dichiarato la specie dominante del pianeta. Ricorda il film Matrix? Il protagonista si trova ad un certo punto a dover scegliere se prendere la pillola blu, restando ignaro e incosciente, o la pillola rossa, scoprendo così la realtà. Diventare vegan è come prendere quella pillola rossa. Ogni cosa appare diversa. Tutto prende brutalmente forma. La crudeltà, la violenza e lo sfruttamento disumano che l’uomo perpetra quotidianamente a danno degli animali e della natura sono ovunque: negli abiti che indossiamo, nei cibi che mangiamo (anche in quelli apparentemente innocui), nei cosmetici che utilizziamo, nei farmaci che dovrebbero curarci da malattie causate dal nostro stesso stile di vita. Essere vegan influenza il nostro essere più profondo, le nostre abitudini più radicate… però non bisogna dimenticare che è una scelta d’amore, di rispetto per la vita, di non violenza, per questo non credo in atteggiamenti aggressivi, ma sono convinta che sia più utile mostrare che si può vivere benissimo rinunciando al frutto del dolore, che si può essere sani, felici, appagati, ma soprattutto sorridenti. E fortunatamente ci sono molte associazioni che, oltre a combattere in prima linea per i diritti degli animali fanno un ottimo lavoro di divulgazione, mostrando il lato più crudo delle azioni dell’uomo a chi ancora crede che le mucche vivano felici a pascolare sui prati, ma sempre accompagnando la consapevolezza a momenti di spensieratezza e condivisione.

Leggendo Incredibilmente Blu, c’è stata una frase che mi ha colpito in maniera “casalinga” e che raccontava di come Iris avesse difficoltà a stirare i polsini della camicia della divisa d’orchestra di Raphaël. Faccio qualche ricerca in rete, e scopro che suo marito è violinista al Teatro La Fenice. Partendo, quindi, dal fatto che la musica è il suo pane quotidiano, quale brano/opera assegnerebbe ai protagonisti del suo libro Iris, Leaf e Raphäel?

Questa è una domanda bellissima. In particolare perché già nel romanzo è presente una sorta di colonna sonora. La musica, in qualche modo, svolge una funzione salvifica nella storia: è una delle doti che riscattano il genere umano, lo stesso Leaf riconosce che se sono esistiti uomini capaci di creare capolavori così grandiosi, ci deve pur essere qualche qualità in questa sventurata specie… Iris nei momenti di maggior sconforto ci si aggrappa tenacemente e a volte è proprio la musica ad aiutarla a non scivolare nella follia. I brani musicali citati raccontano alcuni aspetti del suo carattere, della sua anima, meglio di qualsiasi parola. Ad esempio ho usato il secondo movimento del quartetto n. 2 di Borodin, per descrivere la sua vitalità, la sua giocosità, nonostante talvolta lei sia malinconica come la sinfonia n. 6 di Tchaikovsky, la meravigliosa Patetica.
Leaf è senz’altro L’uccello di Fuoco di Stravinskij. Innanzitutto per il rosso fuoco dei suoi capelli, tratto che io da sempre adoro. I capelli rossi sono qualcosa di raro e peculiare, mi fanno sempre pensare a creature magiche, ultraterrene. Leaf è la metafora della natura, della sua potenza e L’uccello di Fuoco suscita sentimenti primordiali, talvolta lievemente inquietanti e di struggente bellezza, come solo alcuni paesaggi sanno donare. Ma la natura (e quindi anche Leaf) è nel tenue battito d’ali di una farfalla o nella serenità che infonde il canto di un uccellino e non saprei immaginare un brano migliore per descrivere queste sensazioni dei Pini del Gianicolo dal poema sinfonico I Pini di Roma di Ottorino Respighi.
Raphaël… ma lui è la musica! Lui è il Principe Azzurro, l’ammaliatore, il metodico perfezionista, il bambino capriccioso e volubile a cui si perdona qualsiasi cosa. Raphaël è senz’altro il concerto per violoncello e orchestra di Antonin Dvořàk, ma anche la sua sinfonia n. 9 del Nuovo Mondo, due brani traboccanti di passione e forza, ma che contengono nei loro movimenti perle di assoluta dolcezza.

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Quando è nata la sua passione per la scrittura? Si è ispirata a qualche autore in particolare per la stesura di Incredibilmente Blu?

Credo di averla sempre avuta, ma l’ho tenuta ben celata per quasi tutta la mia vita. Alla fine, in un momento di debolezza, frustrazione e infelicità ho vinto le resistenze che mi autoimponevo e ho cominciato a scrivere una delle storie che mi saltellavano per la testa. È sempre stato così. Mentre studiavo o facevo altre cose (talvolta di nessuna importanza per me o che addirittura detestavo) una parte della mia mente immaginava vite che si intrecciavano, parole che venivano pronunciate da altri e luoghi lontani che probabilmente non avrei mai visto. Ed è stato così anche per Incredibilmente Blu. A poco a poco i personaggi hanno preso vita e tutto è tornato a sorridere anche nella realtà. Adoro leggere fin da quando ero bambina, mi affezionavo ai personaggi dei romanzi e quando finivo un libro, creavo per loro nuove storie nella mia mente, per non lasciarli andar via. A volte, se un libro mi appassiona mi capita ancora. I miei autori sacri sono due: Isabel Allende, legata alla mia adolescenza e David Grossman, che ho scoperto in età più adulta. Della Allende amo il modo di descrivere l’eros, l’amore per il suo paese, il sapore di un cibo, il tepore del sole sulla pelle. Grossman per me rappresenta il maestro della parola. Non importa la trama, non importa la storia, qualsiasi cosa lui scriva è musica. E sa descrivere le sfumature dell’animo umano come nessuno secondo me. Durante la stesura di Incredibilmente Blu ebbi la fortuna di vederlo al Teatro Goldoni per la presentazione del suo romanzo “A un cerbiatto somiglia il mio amore”. Lesse un brano in ebraico: non importava se non avremmo capito, lo fece per farci sentire la musicalità della sua lingua e delle sue parole. Non scrissi una riga per mesi, mi sentii indegna.

Progetti per il futuro?

Mi piacerebbe far crescere questo romanzo, tenerlo in vita, per questo cerco di darmi da fare perché non rimanga solo una “bella esperienza”. Vorrei condividere il suo messaggio d’amore per la natura, per la vita, per la musica, per l’amore stesso con quante più persone possibile. Se anche una sola persona si fermasse a riflettere quando fa la spesa al supermercato perché è stata toccata dalle mie parole, sarei la persona più felice del mondo. Così come mi ha riempito di gioia la confessione di alcuni lettori che dichiarandosi allergici alla musica classica, mi hanno raccontato di aver ascoltato con piacere i brani citati nel libro. Ma è una strada in salita. Non tutti sono disponibili a dare spazio ad un’esordiente sconosciuta come fate nel vostro sito e di questo vi ringrazio infinitamente. Non so ancora se riuscirò a dare un seguito a questo romanzo, ma confesso di provare molta nostalgia di Iris… Il mio progetto iniziale comprendeva infatti tre romanzi, il primo (Incredibilmente Blu) per fare conoscenza con i personaggi, con il loro passato e le loro personalità; il secondo per la crescita degli stessi, la loro maturazione, con molta più azione e avventura; il terzo, per tirare le fila e dare un degno addio ai protagonisti… da brava Pucciniana, non sono un’amante dell’happy ending.
Per ora i miei impegni di mamma a tempo pieno mi hanno consentito solo di abbozzare qualcosa. Con un bambino di quasi tre anni e un altro in arrivo a febbraio, anche solo accendere il computer sembra un miraggio. Ma mentre stiro, cucino o faccio la spesa, la mente è libera di divagare… come sempre.

Il libro di Mélina Airoli (qui trovate la recensione di Incredibilmente Blu), edito da Senso Inverso Edizioni, lo si può acquistare su Ibs a 14,45 euro.

Autore: Laura Landi

Sono ­ per ammissione estrema ­ lettrice compulsiva, anche se molto molto esigente. Andare in libreria mi fa sentire come Alice nel paese delle meraviglie. Il mio amore letterario segreto? Gabriel García Márquez.

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