La macchina del tempo di Francesca Baldacci e Gabriele Lorenzi
Raccontare in forma di intervista la storia in musica di Gabriele Lorenzi, nel libro edito da Miremi La macchina del tempo (su ibs.it a €12,75) è stata un’idea nata un po’ per gioco, come lei stessa ha affermato. È da ricercare nei meandri del suo passato e delle sue passioni musicali?
Indubbiamente sì. Come ho avuto occasione di scrivere anche all’interno del libro stesso, la Formula 3 era la mia band preferita agli inizi degli anni Settanta, quando ero una ragazzina. Queste sono passioni che poi restano dentro di noi, non tramontano. Prima Lucio Battisti e poi la Formula 3, sono stati dei capisaldi nella mia formazione musicale.
LA MACCHINA DEL TEMPO: UN PERCORSO NEL CUORE DELLA MUSICA
Che cosa l’ha affascinata di più di questo viaggio nel tempo?
Di questo viaggio nel tempo al fianco di Gabriele Lorenzi mi ha affascinata anzitutto la sua grande umiltà, e la capacità di meravigliarsi, ancor oggi, per tutto ciò che è stato questo fulgido percorso musicale – che ha conosciuto tuttavia anche momenti negativi. Non da meno, posso dire, anche la descrizione dei personaggi che hanno fatto capolino nella sua vita, tantissimi, ciascuno con una sua storia da raccontare.
Quali sono i suoi prossimi progetti editoriali dopo La macchina del tempo?
Attualmente continuo a scrivere per le riviste di narrativa e a “sfornare” ebook. Dal prossimo anno poi ci sarà una grossa novità, di cui, per scaramanzia, non voglio svelare ancora nulla.
LA MACCHINA DEL TEMPO: INTERVISTA A GABRIELE LORENZI
Che vuol dire scegliere la strada della musica nel dopoguerra, un periodo storico estremamente difficile?
Onestamente a quei tempi non facevo calcoli su quello che poteva dare un mestiere come il musicista. I locali per svolgere questo lavoro erano così tanti che per restare a casa senza contratti, dovevi essere proprio scarso! Io parlo della mia scelta che non presupponeva di arrivare ad un possibile successo. Il sogno nascosto era lì, latente, ma non gli davo importanza!! Avevamo contratti invernali ed estivi nelle città importanti dove potenzialmente potevi incontrare personaggi, “mostri della musica”, come è successo a me a Milano.
Quanto l’hanno sostenuta i suoi genitori in questo percorso?
“Geometra o non…geometra, questo è il problema…”. Decisi di non fare il geometra e i miei mi hanno aiutato molto perché avevano fiducia nella mia scelta, ma guai…se non avessi fatto e preso sul serio questo lavoro: la musica! Ricordo i miei 18 anni: che bello…ho potuto firmare la mia prima cambiale: ero un uomo !
Quali sono i suoi consigli ai giovani che oggi scelgono la strada della musica? Oggi rispetto a ieri, quali sono le difficoltà?
È veramente impossibile dare consigli e suggerimenti sulla scelta di divenire musicisti per professione. Perché? Perché è difficile trovare lavoro come gruppi, come solisti, come cantanti! O hai fortuna, una voce pazzesca e strumentisti terribilmente eccezionali…o è meglio riporre i sogni in cassaforte e fare per hobby quello che invece era il sogno dei sogni. La musica rimane nel cuore e nell’anima!