A muso duro, Chris DeRose
Poteva diventare il nuovo Sylvester Stallone. Poteva.
Poteva essere una stella di Hollywood e splendere nel firmamento delle celebrità, del lusso e dell’abbondanza. Poteva.
Aveva la faccia giusta, il corpo giusto, la storia giusta, il destino giusto. Sarebbe stato un grande riscatto, il suo grande riscatto, l’occasione di una vita fatta di miseria e privazioni. Aveva le carte giuste nella mano giusta nella partita giusta.
Poteva vivere così, girarsi dall’altra parte e far finta di nulla, come molte altre persone fanno. Poteva.
Non lui, non Chris DeRose, autore di A muso duro, autobiografia onesta, straordinaria e piena di umanità.
Cosa spinge un attore dalla promettente carriera a lasciar tutto per dedicarsi alla lotta per i diritti animali e a farsi testimone, sempre in prima persona, della sperimentazione animale?
Chris DeRose ci racconta la sua vita fatta di alti poco alti e di bassi bassissimi, la sua battaglia per difendere chi non ha voce ma corpo ferito, mutilato, o rapito dalle cure di una famiglia amorevole per essere poi venduto come carne da macello. Un corpo, il suo, destinato alla battaglia animalista senza preavviso.
Una storia fuori dagli schemi, forte, impossibile da abbandonare a metà.
Un uomo che si incatena, che si becca una pallottola alle spalle e che perde l’amore della sua vita per dedicarsi agli animali, merita di raccontarci la sua storia e merita che noi rimaniamo in ascolto.
Curioso come una vita possa cambiare del tutto la propria traiettoria, come una meteora ubriaca che comincia ad illuminare altre cose che non erano previste, nemmeno lontamente contemplate, eppure sono lì ed ora splendono: la storia di Chris DeRose somiglia molto a questa traiettoria, a questo perdere la via maestra per poi ritrovarsi sotto un’altra luce, inaspettata, forse mai presa in considerazione. Eppure reale. Com’è reale la sua lotta per divenire un uomo di cui andar fiero, di cui potersi fidare, di cui è impossibile dimenticarsi.
La sua battaglia per riscattare e difendere gli animali diventa uno specchio a doppia immagine: se da un lato ci sono questi amici indifesi da proteggere, dall’altra c’è il bambino Chris che salva e cura se stesso. Come dire, ogni creatura è un riflesso di ciò che ci portiamo nell’anima e difendere “fuori” è necessariamente collegato al fatto di salvare “dentro” di noi ciò che ci continua a ferire.
Nel libro viene descritto il parallelismo fra l’essere abbandonato in un orfanotrofio statale e l’abbandonare un cane. Trovate voi le differenze. Ammesso che ce ne siano.
Una storia d’amore verso il mondo animale, un incontro fra anime ferite e da riscattare, una straordinaria metafora di continui rimandi emotivi ed etici. Questo libro ci parla di tutto questo con uno straordinario lirismo e al tempo stesso utilizzando un linguaggio metropolitano d’ immediata comprensione per tutti i lettori e le lettrici. Chris DeRose è un po’ così, un po’ teppista e un po’ poeta.
Una vera perla animalista, un libro essenziale per coloro che decidono si scoprire la verità sulla sperimentazione animale e sui furti degli animali domestici. Per coloro che non possono far finta di nulla e girare il muso dall’altra parte.