Il giorno della tartaruga di Pier Bruno Cosso
Cosa succede se all’improvviso la tua vita comoda e pianificata si rovescia come una barca a vela?
Lo scopre il protagonista della nostra storia, cinico e sconfitto, che affronta la solita strada, in una giornata storta qualunque. Ma forse la solita strada non è veramente la solita strada; o forse è proprio la sua vita che è sbagliata. Così, nel suo limbo di indolenza prende anche di mira una tartaruga che vorrebbe investire con la sua auto “solo per sporcare anch’io questo mondo che non capisco più.”
Lucio, cinquantenne, sposato e senza figli, si ritrova catapultato in un’esperienza assurda. Riscoprendo in un certo senso la sua stessa esistenza. Un po’ vagabondo, un po’ prigioniero di sé stesso, mano a mano cambia radicalmente profilo e approccio alla vita, rispecchiandosi nel suo passato, in un viaggio incredibile ma vero, con un percorso a salire, spesso doloroso.
Reale o onirico, non importa, le tensioni sono vere, e traspaiono nei personaggi, nelle relazioni personali, nella famiglia, e soprattutto nel lavoro. Dove lui, informatore medico, sembra destinato a soccombere tra gli squali aziendali e le riduzioni di personale.
La storia di Lucio inciampa quasi subito in un incontro-scontro con Asia, una ragazza travolgente e non convenzionale. Lei, ad alta tensione erotica, si inserisce in un gioco di luci ed ombre, innescando in lui una maturazione che lo porta dove non avrebbe mai pensato di poter arrivare.
In un mondo senza tempo tutto si complica, e tutto prende velocità come in caduta libera. Si sovverte il complicato rapporto tra presente e passato, o, cambiando prospettiva, tra presente e futuro. Dove non si riesce a scegliere la strada da fare, perché la vita, come nella realtà, ti porta dove vuole lei, e “bisogna essere bravi equilibristi per non cadere ed arrivare dall’altra parte del filo”.
Stare dentro la realtà, dentro la vita, è la sensazione che accompagna il lettore in tutte le pagine. Le righe scorrono come un torrente, infestato da personaggi autentici che lottano malamente per salvarsi. Popolato da vere e proprie meteore che passano velocemente senza far sbandare la macchina narrativa, ma accompagnando il lettore in una sorta di immersione totale dentro la storia.
I dialoghi poi hanno un ritmo molto serrato, un lessico quanto mai reale, e qualche volta una venatura più leggera. Ma poi, sono i personaggi che vivono, parlano senza essere didascalici, senza svelare tutti i pensieri che li agitano, come nella vita reale. E ti ritrovi appeso a te stesso, a chiederti cosa ci sia dietro, ma soprattutto cosa ci sia dentro di te. Ecco, la forza interiore della storia, è quel trascinarti dentro la tua isola infondo a te stesso.
Così ci si specchia anche nelle ambientazioni, non a caso in una Sardegna aspra e solitaria. I paesaggi si compongono con forme e colori che ricalcano gli stati d’animo in modo plastico. Un tramonto in città che si tinge di speranza, o una spiaggia invernale che sembra all’origine dell’infinito. O l’Africa, sofferente anche nelle sue tinte più intime. Anche il chiassoso interno di un bar racconta chi sei in tante varianti per riflettere l’angoscia o la rivalsa che ti porti dentro, senza compiacimento.
In tutto questo non si cercano soluzioni precostituite, che nella vita reale non esistono. Si cerca semmai di salvarsi almeno un po’, cercando di seguire i sogni “che sono fatti d’aria, come le mongolfiere, ma che ti possono portare tanto in alto”. E allora anche la parola “fine” non è più il termine del viaggio.
Il giorno della tartaruga
di Pier Bruno Cosso
Parallelo45 Edizioni
ISBN 978-88-98440-27-6
174 pp , Euro 12,00