Intervista Fabio Galetto, autore de Il Cuore Bianco
Intervista Fabio Galetto, autore de Il Cuore Bianco
Nella sua opera fa riferimento all’importanza del proprio sé, perché ritiene questa dimensione così pregnante nella comprensione della realtà e perché introdurla in un racconto?
Mi divertiva creare una storia incentrata sulla voglia di controllare e sulla complessità del libero arbitrio. Lo spunto è fornito dai tempi odierni perché viviamo nell’era informatica che ha spalancato le porte alla raccolta dei dati. Ogni utilizzo della tecnologia è tracciato e memorizzato, con l’unico scopo di riconoscerci e proporci degli acquisti tarati sui nostri gusti. La società ci impone delle finte scelte ma è necessario mantenere un identità forte senza lasciarci condizionare, altrimenti tenteremo di influenzare anche le azioni di chi ci circonda.
Cosa l’ha spinta a scegliere un romanzo giocato sui toni del thriller?
Il thriller è il genere adatto perché si presta ai giochi di specchi che caratterizzano i miei romanzi. In realtà il thriller è soltanto la partenza. Proseguendo nella lettura emergono svariati generi letterari, che si incastrano come tante scatole cinesi.
Visti i contenuti evidenziati nel testo, ritiene importante la funzione formativa del romanzo?
Prima di cimentarmi nella scrittura dei romanzi ho stabilito con precisione il mio stile di scrittura. Ritengo che il romanzo debba anzitutto intrattenere piacevolmente. In seconda battuta deve regalare delle piccole curiosità, divertenti da leggere e riferire. In ultima analisi, se lo si desidera, deve fornire degli spunti di riflessione. Dopotutto qualsiasi romanzo è composto da personaggi che si rivelano, e spalancano al lettore le porte della mente e delle emozioni.
Qual è la chiave di lettura che vuole consigliare a quanti intendano leggere Il Cuore Bianco?
I miei romanzi raccontano storie dalle strutture fresche e veloci, con trame che si evolvono rapidamente. Ho scelto uno stile dominato dalla immedesimazione nei personaggi. Voglio che il lettore viva i pensieri e emozioni dei protagonisti, perché il metodo migliore per evadere dalla realtà è vivere molte vite.