Gabbiani Luminosi. Le donne fantasma di Mussolini. Un romanzo di Manola Aramini
Quando la fantasia e la storia si incontrano possono dar vita a un connubio senza pari. Ed è questo il caso del lavoro firmato da Manola Aramini, giovane autrice emergente, nata a Nizza Monferrato, in provincia di Asti, oggi insegnante ad Alessandria, che ha esordito nel 2006 con il libro dal titolo Clotilde voleva le ali. Il doloroso diario di una donna coraggiosa. Una penna fresca che decide di dar luce a un periodo buio della nostra storia: l’età fascista. Elementi storici, ricostruzioni dettagliate, frutto di un’accurata analisi da parte della scrittrice, si fondono a elementi immaginari che colmano e riempiono i vuoti sentimentali e rendono la narrazione più intrigante. In Gabbiani Luminosi. Le donne fantasma di Mussolini, Milena edizioni, infatti, Aramini intraprende con il lettore un viaggio sentimentale ed emozionante di un periodo, quello fascista, del quale ricordiamo, per valide ragioni, solo le vicende politiche e gli eventi bellici.
Trama del romanzo
Protagonista del romanzo è un’anziana signora di nome Costanza che decide di raccontare segreti e aneddoti della famiglia a sua nipote, per metterla al corrente di tutto.
“Sei venuta a trovarmi, nipote selvatica, spero non per compatirmi, ma perché sai che ormai sono vecchia, e sai che le vecchie hanno voglia di raccontare la loro storia. Forse è un modo come un altro per dare senso alla propria vita. Tu mi ascolterai, come facevi da bambina quando ti raccontavo l’unica favola che conoscevo, “Il gatto con gli stivali e tu non ti annoiavi”.
Inizia, così, un lungo viaggio, nel quale il lettore verrà preso per mano da questa donna, scoprendo che le memorie dell’anziana donna non appartengono a una persona qualunque, bensì si legano a una personalità differente: Costanza, infatti, non è come tutti gli altri, lei riesce a percepire le anime dei fantasmi, a sentirle, a vederle, grazie a un dono ricevuto in eredità dalla madre. Costanza parla con diverse figure femminili, mogli rinnegate e amanti, parla con le donne fantasma di Benito Mussolini, tra queste anche lo spirito di Ida Dalser:
“Mi chiamo Ida Dalser e sono morta in uno squallido manicomio nel 1937, dopo essere stata la moglie rinnegata di Benito Mussolini. Ora lei, sognora Costanza, sonnecchia, ascoltando noi spiriti e, ogni volta che ci intravede, ci guarda rassegnata, perché sa che un giorno arriveremo tutti assieme e la porteremo via dalla sua vita tediosa. Starà pensando che io non dovrei affacciarmi nella sua esistenza precaria, perché al contrario delle altre anime che l’hanno contattata non appartengo alla sua famiglia […] Per onore della verità, vorrei che avesse ben chiaro che Benito Mussolini non era un uomo capace di amare, né me, né Margherita Sarfatti, che fu solo una delle tante amanti, né alcun essere vivente in quanto era troppo impegnato a pensare a se stesso.”
La vita dell’anziana donna è stata intrecciata con quella del duce, da sempre. Sua madre Ludovica, infatti, era amica di Margherita Sarfatti, amante del duce. Suo padre, invece, era un convinto fascista.
Un passato che rivive, grazie all’abilità della Aramini che è riuscita a ricreare ambienti e situazioni del passato, facendole rivivere in maniera ancora più travolgente.