Il filosofo di via del Bollo, un nuovo caso per l’ispettore Lucchesi
La faccia nera del giallo italiano è tornata. È tornata lo scorso 24 gennaio con Il filosofo di via del Bollo, un nuovo appuntamento con il secondo episodio della serie di libri gialli di Gianni Simoni cominciata con Piazza San Sepolcro, sempre ambientata a Milano e dove il protagonista è Andrea Lucchesi, ispettore dalle pelle nera, dono ereditario della madre eritrea.
Con Il filosofo di via del Bollo ritroviamo un Lucchesi diverso, più arrabbiato, che ha sfiorato la morte ma non è uscito completamente indenne: qualcosa in lui è profondamente mutata, l’ha reso un uomo differente. Ma di certo, ciò che non è cambiata è la sua sete di verità e di giustizia, tipica di chi, da sempre, per genetica e per esperienza, è abituato a riconoscere e combattere ogni benché minima forma di razzismo e di discriminazione, fino a giungere a lidi più ampi di giustizia.
Ancora una volta l’ex magistrato Simoni sa condurci in un noir a tinte forti come Il filosofo di via del Bollo, ponendo su carta parte della sua esperienza lavorativa tratteggiata a grandi pennellate d’azione.
La trama
L’ispettore Andrea Lucchesi non è più lo stesso. Dopo aver sfiorato la morte, ogni cosa adesso ha un sapore di diverso: sì, adesso lui ha paura. Ma è una paura forte, forse ancora troppo malcelata quella che si trascina dietro e che, puntualmente, invade ogni piccola azione del suo quotidiano, dalla sigaretta di rito fino al bicchiere della noia. Ma su tutte, Lucchesi teme la solitudine, la tremenda paura di restare solo.
Forse proprio per questo motivo comincia a guardarsi intorno in modo nuovo, a notare l’evidenza che, fino a quel momento, non gli era apparsa tale: guarda con malizia la sua collega Carolina Marchesi, ma soprattutto guarda con rinnovata curiosità Il filosofo di via del Bollo, un vecchio che ogni giorno, proprio a pochi passi dalla questura milanese di piazza San Sepolcro, dispensa saggezza ai passanti. Fino a poco prima ignorato, Lucchesi si accorge ora di avere il tempo per ascoltarlo.
Ma il lavoro continua e una nuova indagine di furti seriali ai danni di opere d’arte, sebbene ricordi il passato, non è affatto come un tempo: tutto è mutato radicalmente. Ed anche le persone che incontra sembrano solo divertirsi e non prendere la giusta posizione: dalla contessa Urbinati al commissario Pepe, dai collezionisti d’arte fino alla collega Marchesi. La verità è che nessuno è come sembra e il nostro ispettore sarà costretto ad ingoiare bocconi amari e a superare un muro d’apparenza che mai avrebbe immaginato esistere. Tutto ciò cambierà la sua vita per sempre.
Note sull’autore
Gianni Simoni è un ex magistrato. In qualità di giudice istruttore ha condotto indagini in materia di criminalità organizzata, di eversione nera e di terrorismo. Dalla sua esperienza nasce il primo libro editi da Garzanti, con il quale ha pubblicato Il caffè di Sindona, in collaborazione con Giuliano Turone.
Con la casa editrice Tea pubblica due serie gialle, entrambe aperte. La prima è ambientata a Brescia e ha come protagonista l’ex giudice Petri e il commissario Miceli; la seconda, invece, è ambientata a Milano – città d’adozione dello stesso Simoni – e ha come protagonista l’ispettore Lucchesi.
Il filosofo di via del Bollo è il secondo episodio della seconda serie edita da Tea.
Abbiamo intervistato l’autore. Leggi qui l’intervista a Gianni Simoni. Buona lettura!