Terra Margia, la Calabria raccontata da Ernestina Garofalo
Leggendo la raccolta di racconti dal titolo Terra Margia, ultima fatica letteraria della scrittrice calabrese Ernestina Garofalo, si ha l’impressione di cominciare un viaggio all’indietro nel tempo dopo essere saliti su una vecchia corriera che attraversa, traballante e malferma, mulattiere di paese e vecchie piazze assolate.
Agli angoli delle strade, abilmente disegnate dall’autrice, sembra di vedere tutti i personaggi che la Garofalo, con delicatezza e lucidità, racconta tirandoli fuori, uno ad uno, dai cassetti della memoria; personaggi che hanno fatto parte della sua storia personale e, allo stesso tempo, della Storia del nostro Paese.
Le pagine scorrono velocemente e raccontano, non senza un pizzico di sofferenza, vicende legate ad un passato che, nonostante importanti cambiamenti, non è poi così lontano; un passato fatto di giorni lunghi e difficili, segnato dalla guerra e dalla povertà, dai sacrifici fatti anche solo per poter andare a scuola e conquistarsi la possibilità di un futuro migliore. E allora ecco che la bambina impaurita che affronta da sola un lungo viaggio per sostenere gli esami – e continuare così il suo percorso di studi – diventa immediatamente protagonsita di una storia che, ognuno di noi, ha sentito almeno una volta dalle parole di nonni e genitori.
Dal passato al presente il passo è breve ed Ernestina Garofalo, senza tralasciare il drammatico periodo del dopoguerra e gli anni di piombo, ci racconta, con la consapevolezza della maturità, anche le contraddizioni del nostro quotidiano. Sullo sfondo, vera protagonista dei racconti, la “terra margia” di Calabria, una terra selvaggia e dura come pochi altri luoghi al mondo ma da cui è impossibile separarsi davvero.
I primi racconti di questa raccolta aprono uno scenario sull’infanzia dell’autrice che è, allo stesso tempo, quella di un’intera generazione, disegnando abilmente e con una prosa fluida seppur forbita una galleria di personaggi che sembrano usciti da un film in costume. Attraverso le parole della Garofalo sembra quasi di vedere la forza negli occhi e nelle braccia di Donna Milia, una delle protagoniste più interessanti di Terra Margia; di sentire le risate delle donne di paese, che vanno avanti nonostante gli stenti e le difficoltà; di percepire la paura della povera gente durante i pesanti bombardamenti che hanno colpito tutto il Paese.
In ognuno dei ventisei racconti che formano la raccolta c’è una profonda riflessione sulla vita e sul suo significato e uno spaccato, disegnato a tinte chiare, di un mondo che, pur non essendo troppo lontano, sembra ormai inevitabilmente sorpassato.
I toni della narrazione cambiano, ma resta intatta la lucidità e la maturità di scrittura, quando ci avviciniamo agli ultimi racconti della raccolta, quelli dedicati al presente in cui l’autrice affronta i contrasti e le contraddizioni dei tempi moderni con la consapevolezza che, nel bene e nel male, siamo tutti destinati a salire sulla giostra ciclica del futuro ma senza dimenticare le nostre origini e quelle dei nostri padri.
Dal primo all’ultimo racconto, Terra Margia si snoda come una sorta di diario personale scritto per non far cadere nel dimenticatoio un mondo antico fatto di affetti e persone care che hanno lasciato un segno indelebile nella vita dell’autrice, per raccontare l’amore smisurato per un mestiere, quello della maestra, svolto per anni con passione e dedizione e per ricordare una terra, la Calabria, che è al tempo stesso dura e materna.
Terra Margia, edito da Iride, è acquistabile su laFeltrinelli.it.