Primus Acto. L’amore, la passione, la pazzia, l’intrigo nel romanzo di Riccardo Jevola
Primus Acto è un romanzo di Riccardo Jevola; l’opera draga l’amore, la paura, il mistero, e ciò che raccoglie è una montagna di orrore. L’orrore per il Male, innanzitutto, che ha un ruolo decisivo nel mondo di Ramon; ma anche l’orrore per l’amore insano, demoniaco, che porta alla perdizione eterna, al superamento del limite che ognuno, chi più avanti, chi può indietro, ha dentro di sé e sente di non dover superare mai. L’orrore per se stessi, infine, una volta superato quel limite.
Ramon Ademar, barone di Alcobaça, conte di Tago e di Mondego, s’innamora di Beatrice Lunãs, la moglie di un altro nobile di Lisbona, amico di suo fratello. Ma il loro amore non è un amore qualsiasi, è una trama che si intreccia da secoli, che li attende ogni volta dopo la reincarnazione, che li spinge senza tregua al compimento del Primus Acto, l’atto dovuto a Satana per la liberazione dalla morte, per la nascita di un nuovo demone.
Ma chi è Ramon Ademar? Nessuno. Uno qualunque. Egli ha avuto la sventura di non riuscire a sottrarsi all’amore, e inseguendolo ha scandagliato l’abisso del suo destino fino a scorgere chiaramente attorno a sé la rete che lo aveva imbrigliato e che lo attendeva da secoli. Egli ha sperimentato l’orrore di un mondo per lo più governato dal Male, ha deciso di farne parte e infine ce l’ha raccontato cercando così di riscattare se stesso. Egli difatti ha voluto metterci in guardia: su ognuno di noi può pendere un Primus Acto da compiere, può esserci il fiato di Satana, dai suoi mille volti, coi suoi oscuri e imperscrutabili disegni. Dobbiamo perciò vigilare.
Alcuni ritengono che Ramon Ademar sia completamente pazzo, e forse hanno ragione. Se però avessero torto, ebbene, dopo aver letto il suo racconto dovremmo ammetterlo: riusciremmo d’un colpo a spiegarci il perché di un mondo alle volte tanto crudele.
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