La morte dei re di Bernard Cornwell La morte dei re di Bernard Cornwell

La morte dei re di Bernard Cornwell

Una delle più belle saghe del re del romanzo storico” (USA Today); “Cornwell ha saputo riscrivere il mito della nascita di un popolo con un’originalità senza pari” (Wall Street Journal); “Un nuovo capolavoro di uno dei maestri del romanzo d’avventura” (Library Journal). Sono solo alcuni dei giudizi espressi su La morte dei re, opera scritta da Bernard Cornwell, edita da Longanesi e disponibile su Bol.it a soli € 15,98 (in libreria dall’11 ottobre 2012).

La morte dei re è ambientato alla fine del IX secolo, quando Alfredo il Grande è sul punto di morte. Con la sua scomparsa s’affaccia il disgregamento del sogno di un’Inghilterra unita. Il regno ricade nel caos. Danesi e nobili sassoni sono pronti a una sofferta alleanza pur di mettere le mani sul potere, impedendo al principe Edoardo di succedere al trono. A cui si aggiunge la minaccia dei vichinghi da nord.

“Alfredo sembrava già morto. Avrei potuto scambiano per un cadavere se al mio ingresso non avesse ritratto la mano da quella di Osferth, che stava piangendo. Il lungo viso del re era bianco come il vello delle pecore, con gli occhi infossati, le guance incavate e un filo di barba simile a un’ombra. I capelli, ormai radi, erano tutti bianchi. Le gengive si erano ritratte dai pochi denti che gli restavano e il mento non rasato era punteggiato di grumi di saliva. La mano posata sul libro pareva quella di uno scheletro, tanto sottile era diventato lo strato di pelle, e l’anello con un grosso rubino che gli brillava sull’anulare era ormai troppo largo per quel dito ossuto. Il respiro era superficiale, ma, stranamente, la voce risuonò ancora molto forte quando il re mi accolse dicendo: «Ecco la spada dei sassoni».”

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Uno sfondo tumultuoso in cui si muove Uhtred di Bebbanburg, il guerriero sassone cresciuto tra i vichinghi. Personaggio stretto dall’insidio di una morsa dove si misurano la fedeltà ad Alfredo e il desiderio di recuperare le terre dei suoi antenati. Da una parte il giuramento di fedeltà prestato al vecchio re, dall’altra l’assenza di una condizione ereditaria e l’incertezza, malgrado gli anni di fedele servizio, sulla continuazione di una lotta per la causa dell’Inghilterra unita e cristiana. Sulla scelta  incombe improvvisa una cupa profezia di un’indovina: «Sette re moriranno, e le donne che ami…».

Uhtred deciderà di imbracciare le armi in difesa della causa di Alfredo il Grande o lascerà che il sogno di un regno finalmente unito cada per sempre nell’oblio?

Autore: Iacopo Bernardini

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