Recensione de I Demoni di Dostoevskij: nichilismo, ateismo, suicidio Recensione de I Demoni di Dostoevskij: nichilismo, ateismo, suicidio

Recensione de I Demoni di Dostoevskij: nichilismo, ateismo, suicidio

Intendere il valore della politica, rivoluzione, dell’omicidio. Vivere nella differenza che separa il bene dal male, una vita illuminata dalla presenza di Dio al cospetto dell’animo disilluso, straziato e aguzzino allo stesso tempo. Fino al suicidio. Sono alcuni dei contenuti del grande romanzo “I Demoni” di Fëdor Michajlovič Dostoevskij, edito da Dalai Editore e disponibile su Bol.it a soli € 10,96. Opera giocata su una estesa oscillazione di registri e figure, alternate in una discontinuità che s’accosta alla profondità di una lucida follia. Ecco la nostra recensione de I Demoni di Dostoevskij.

Una complessità associata alla sua stessa origine. L’autore comincia a lavorare su un romanzo intitolato “La vita di un grande peccatore” (pensato col titolo Ateismo già nel 1868). Intuizione poggiata sulla descrizione dell’esistenza, in cui una vita segnata dai principi autonomi russi è assalita da idee nichiliste e distruttrici. L’opera non fu mai completata. Su I Demoni scendono anche delle venature politiche, dettate dagli avvenimenti della seconda metà dell’ottocento. Dostoevskij esprime il suo disprezzo verso il declino morale della gioventù russa, influenzata dalla diffusione della corrente di pensiero nichilista, già introdotta dal celebre romanzo di Ivan Sergeevič Turgenev, Padri e figli.

Accolti dall’entusiasmo dei critici, i primi capitoli del romanzo sono stati pubblicati nel gennaio del 1871 sul “Messaggero Russo”. Di lì a pochi mesi, nel giugno dello stesso anno, durante un viaggio di salute, viene bruciata alla dogana la versione originale de I Demoni, per evitare problemi nella perquisizione. Passano due anni e l’autore pubblica a sue spese l’opera in volume unico, scelta dettata da carenze finanziarie. Qualcosa di unico per l’editoria dell’epoca, un azzardo che sarebbe potuto costare caro. Ma l’immenso genio russo vedrà vendito un totale di 3.000 copie entro la fine dell’anno.

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“La verità reale è sempre inverosimile […]. Per rendere la verità più verosimile, bisogna assolutamente mescolarvi della menzogna. La gente ha sempre fatto così”. Menzogna come dimensione evolutiva del respiro farsesco dell’opera, del ridicolo dei suoi personaggi, del disfacimento dello loro maschere retoriche. Un capolavoro che merita il nostro tempo in cambio del quale ci offrirà la guida alla scoperta di qualche nuovo anfratto di noi stessi.

Autore: Iacopo Bernardini

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