Recensione de I Fratelli Karamazov: dal parricidio al mito ellenico
“I Fratelli Karamazov sono il romanzo più grandioso che mai sia stato scritto, l’episodio del Grande Inquisitore è uno dei vertici della letteratura universale, un capitolo di bellezza inestimabile”. Sarebbe inutile quanto presuntuoso aggiungere qualcos’altro alle parole di Sigmund Freud, che commentano la monumentale opera I fratelli Karamazov di Fëdor Michajlovič Dostoevskij, edita da Rusconi Libri e disponibile su Bol.it a soli € 11,81 . La nostra recensione de I fratelli Karamazov non ha infatti pretese esegetiche, è impensabile una riduzione a senso unico del genio russo. Piuttosto una fascinazione che ci trasporta e che vorremmo con voi condividere. Nelle oltre mille pagine dell’opera è squadernato, come nell’antica Grecia accadeva con i miti, l’abbietto e maestoso animo umano. L’uomo eterno, non risente di un presente o un passato, ma che è qui dentro, ce lo portiamo con noi. Così leggendo I fratelli Karamazov, oltre a riconoscere, come ci insegna Freud, un percorso al parricidio, scopriamo interrogativi portanti, non nella risposta ma in sé. Dalla presenza di Dio al ruolo della bontà, dall’egoismo al vero significato dell’amore. Cos’è la crudeltà? E il peccato? Ci ritroviamo, mediate le parole di Dostoevskij, in un presente all’apparenza distante. Interrogativi che sbattono contro un muro. Quello della vita, un mistero di domande. Esiste risposta, c’è una soluzione? Beh, per scoprirla dobbiamo leggere, non è così aprioristico ribattere. Ma affrontando I fratelli Karamazov vedremo dilaniata la nostra coscienza e ragione. Ci ritroveremo eretici, nevrotici, passionali, altruisti. Ci ritroveremo nella ricca personalità dell’autore, in cui Freud distingue “lo scrittore, il nevrotico, il moralista e il peccatore” e aggiunge “Come raccapezzarsi in questa sconcertante complessità?”. Appunto, come venire a capo di un capolavoro? Non si può, perché, avrebbe detto Wilde, ci vuole un altro artista, non la critica. Quindi cosa fare? Nient’altro che l’abbandono a chi ci ha superato e preceduto, a chi rappresenta uno dei più grandi maestri della letteratura. Chapeau, prima di sfogliare le pagine de I fratelli Karamazov. Prima di cambiare vita, prima del nostro nuovo altrove letterario.