Aura di Carlos Fuentes
Aura di Carlos Fuentes, edizioni Il saggiatore (a € 5,86 su feltrinelli.it) è un romanzo che sfida il tempo e che riscrive la fine ineluttabile degli essere umani. La morte non esiste, sembra dichiarare Fuentes. Non c’è, dunque, romanzo migliore per cominciare a conoscere questo affascinante scrittore messicano, morto il 15 maggio del 2012.
Il protagonista, Felipe Montero, è un giovane storico alle prese con una difficile sopravvivenza economica. Un giorno gli capita di leggere un annuncio di lavoro ritagliato su misura per lui e, allettato dal guadagno, decide di recarsi nella misteriosa casa indicata sul giornale. Carlos Fuentes racconta l’avventura di Felipe come se questi non avesse altra scelta che quella di lasciarsi trascinare nel modo della vecchia signora responsabile della pubblicazione dell’inserzione. La donna gli impone di vivere nella sua dimora immersa nella penombra, e gli racconta del marito, un vecchio generale vissuto ai tempi del Secondo Impero di Napoleone III, di cui desidera vengano pubblicate le memorie prima che lei stessa muoia. Non è un caso che Felipe sia uno storico, e che per mestiere faccia rivivere eventi passati riportandoli alla luce come se si fossero verificati nel momento stesso in cui li ricompone. Il protagonista è cioè abituato a lavorare in una dimensione temporale in cui passato, presente e futuro si confondono.
Lo scrittore si rivolge al suo personaggio con una serie di imperativi, quasi questi stesse leggendo il resoconto di una sua avventura scritta da qualcuno che lo ha osservato dall’esterno proprio nel momento in cui i fatti avvenivano. Felipe nel romanzo diventa semplicemente un tu indistinto, e il lettore scorrendo le righe del racconto finisce per sentire rivolto a se quel familiare tu con cui Carlos Fuentes lo apostrofa. Così, se l’intento dello scrittore era quello di immergere chi legge in un’atmosfera onirica in cui tutto può accadere nell’istante stesso in cui lo si descrive, ci è riuscito perfettamente.
All’improvviso in questo sogno irrompe Aura, la nipote della signora Consuelo, bellissima e come imprigionata in quell’incomprensibile mondo imbalsamato. Gli occhi ipnotici di Aura finiscono per attrarre Felipe che se ne innamora perdutamente, e comincia a sognare di liberarla dal dominio della zia. Ma chi è davvero la signora Consuelo? Quanti anni ha? Perché sembra ballare nella sua stanza facendo dei movimenti che in un’altra zona della casa vengono ripetuti da Aura? La lettura risulta così accattivante che non si può non lasciarsi incantare da questo breve romanzo che dura il tempo di un sogno, e non si può non lasciarsi convincere dall’idea che sia solo l’anima e non il corpo a scandire il trascorrere dei minuti, delle ore, dei giorni e degli anni.