Intervista a Marco Gabrielli, autore del saggio “Volontà di potenza”
Marco Gabrielli, che significato ha per lei la filosofia?
È l’estremo tentativo da parte di un uomo, di conoscere la realtà attraverso se stesso. La filosofia è un destino che si attua per mezzo dei concetti; grazie alla schematizzazione e all’idealizzazione della realtà, è possibile disciplinare il pensiero nel caos dell’esperienza quotidiana.
Quando e perché ha deciso di scrivere il suo saggio Volontà di potenza?
Non c’è mai stata una vera e propria decisione. L’ho scritto quando le circostanze l’hanno richiesto.
Lo studio della filosofia ha cambiato il suo modo di pensare, di vedere le cose?
La filosofia mi ha consentito di osservare con distacco i molti modi di essere della mia personalità, e di godere dell’arbitraria selezione che posso farne, a seconda dell’utile o del piacere che ne traggo.
Ci sono filosofi dei quali condivide il pensiero? Perché?
Credo che Schopenhauer e Nietzsche abbiano recato un’importante cambiamento nel pensiero e nella vita dell’uomo moderno, restituendogli la giusta percezione della sua dimensione corporale, e ripristinando la dovuta considerazione nei confronti degli automatismi biologici.
Come definirebbe, ai suoi futuri lettori, il suo saggio con una frase?
Sicuramente interessante per i cultori della materia.