Tonino Guerra. Si è spento il poeta dell’ottimismo
Il poeta dell’ottimismo e dell’amore per la vita. Proprio nella Giornata mondiale della poesia, il 21 Marzo scorso, si è spento, all’età di 92 anni, Tonino Guerra, poeta e sceneggiatore romagnolo.
Tonino Guerra nasce a Santarcangelo di Romagna il 16 Marzo del 1920. Inizia a comporre versi in dialetto romagnolo durante la prigionia nel campo di concentramento di Troisdorf in Germania, Parte di quelle poesie è raccolta nel suo primo libro I scarabocc (1946). Con questa raccolta, Guerra riesce a dar voce al difficile dialetto di Santarcangelo di Romagna. Tanti gli apprezzamenti: di Carlo Bo che scrive la prefazione de I scarabocc, di Elsa Morante e di Gianfranco Contini.
Pur partendo da un orizzonte neorealistico, Guerra giunge a rappresentare un mondo fantastico, fatto di personaggi bizzarri e stralunati. Traccia con benignità le figure di matti e di emarginati, relitti di un’autentica umanità che resiste all’avvento della modernità industriale.
L’esperienza nel campo di concentramento lo segna profondamente, ma accentua il suo amore per la vita, la positività, il senso di libertà, come si legge nella poesia “La farfalla”: «Contento, proprio contento/ sono stato molte volte nella vita/ma più di tutte quando/mi hanno liberato in Germania/che mi sono messo a guardare una farfalla/senza la voglia di mangiarla». La farfalla è un simbolo di libertà, intrisa di dolcezza, in una poesia dal sapore ironico.
Nei primi anni ’50 Guerra si trasferisce a Roma dove inizia la sua folgorante carriera di sceneggiatore. Nella collana “I Gettoni” di Einaudi curata da Elio Vittorini, pubblica nel ’52 il racconto La storia di Fortunato. Le sue prime sceneggiature nascono per i film. Notevoli le collaborazioni con i più grandi registi del tempo, tra cui Vittorio De Sica, Damiano Damiani, Mauro Bolognini, Mario Monicelli, Franco Giraldi, Alberto Lattuada, Paolo e Vittorio Taviani, Marco Bellocchio, Francesco Rosi, Federico Fellini, Theo Anghelopulos, Andrej Tarkovskij, Michelangelo Antonioni. Nel 1973 esce “Amarcord”, vincitore del Premio Oscar, prima sceneggiatura scritta per Federico Fellini, con cui realizzerà anche “E la nave va” nell’83, “Ginger e Fred” nell’85.
La raccolta che segna una svolta e lo inserisce tra i grandi della poesia italiana è I bu (Rizzoli 1972), curata da Gianfranco Contini. Rappresenta la svolta per la poesia dialettale che assume grande dignità letteraria. Pubblica con Bompiani, con Rizzoli e dà avvio con Il miele, nel 1981, alla stagione dei poemi pubblicati dalla Maggioli Editore di Santarcangelo, che ristampa anche le sue precedenti raccolte e i racconti. Tutto per Tonino Guerra si trasforma in racconto e in poesia: a voce o per iscritto, al cinema o sulla carta, in italiano o in dialetto romagnolo. Ed è così sottile da sembrare invisibile il confine tra racconto e poesia, tra poesia e racconto.
È un artista poliedrico: si dedica anche alla pittura, alla scultura, installazioni, mostre geniali. Le sue sceneggiature incontrano anche la televisione, che lo vede collaborare al teatro televisivo e ad alcuni sceneggiati. Storie dell’anno mille (1972) è un libro per ragazzi, scritto in collaborazione con Luigi Malerba, ma per il fine umorismo è adatto a tutte le età. I protagonisti, tre buffi cavalieri Millemosche, Pannocchia e Carestia, tentano alla meglio di sopravvivere e rappresentano un Medioevo grottesco e sgangherato. Il polverone (1978) opera composta di racconti e poesie è particolarmente apprezzata da Italo Calvino. Le storie di Polvere di sole, pubblicato nel 2012, restituiscono la bellezza autentica ed originaria dell’umanità. Tra i numerosi riconoscimenti: il Premio De Sica e l’Oscar Europeo del Cinema conferitogli dall’European Film Academy, nel Dicembre del 2002. Nello stesso anno il Presidente della Repubblica lo nomina Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Viene più volte premiato per gli spot pubblicitari ideati in questi ultimi anni, imitatissimo il suo motto: “l’ottimismo è il profumo della vita” per la catena Uni Euro (2001).
Dal 1984 fa ritorno in Romagna. Tonino Guerra è il cantore della casa, della quotidianità, della casa, delle gioie di ogni giorno. Il regalo per il suo 92° compleanno è proprio La casa dei mandorli dedicato alla sua dimora a Pennabilli, nel Montefeltro. È così in alto che “si sente la tosse di Dio” scrive in una sua poesia. Il libro è stato curato da Rita Giannini, collaboratrice e biografa ufficiale che ha raccolto racconti e poesie inedite, sulla casa pennese. Ma è tornato nel suo paese natale Santarcangelo di Romagna per dare addio alla vita. L’associazione culturale Tonino Guerra nel suo sito ha creato un vero e proprio archivio multimediale, di notizie, opere, e di poesie recitate dallo stesso Guerra. Per non dimenticare neanche la sua voce.
(fonte: Associazione culturale Tonino Guerra)