Intervista a Nicola Cavallini, autore del libro “L’energia del padre”
Nel suo libro “L’energia del padre” lei affronta il tema dell’adozione in una situazione particolare; lei esamina il rapporto tra marito e moglie, una coppia apparentemente perfetta, e un figlio adottivo, Lorenzo, che ha problemi di comunicazione con ciò che lo circonda. Quale è il motivo di questa scelta?
– Mi interessa narrare il non detto ed il disagio che si nasconde trale pieghe della nostra “normalità”. Uno dei motivi per cui scrivo è la voglia di raccontare quello che le persone non si dicono in faccia, per paura di ferirsi o perchè quello che sta sotto il non detto brucia troppo per essere toccato, e quindi si preferisce lasciarlo stare- ma prima o poi fa danni comunque. Quello che cerco però non è il giudizio moralistico sulle mancanze o sulle inadeguatezze delle persone, me compreso. Mi interessa raccontare quali sono i processi mentali che possono portare persone stimabili a condotte o atti negativi, o addirittura scellerati. Quello che succede, a scavarci dentro, non è mai incomprensibile. Ma non è una storia dove c’è solo buio. C’è anche tanta luce.
Con il suo libro lei tratta tematiche attuali molto complesse come la sindrome di Klinefelter, il fenomeno del blackout mentale, l’autismo evidenziandone l’aspetto umano e sensibile; quanto è importante, a suo parere, un approccio del genere rispetto a tali problematiche?
– Non so se sia importante in assoluto. Se aiuta qualcuno in qualunque senso, lo sarà stato. Certo non sono un tecnico o esperto di questi temi dal punto di vista medico, anche se ho fatto diverse ricerche e mi sono documentato con una certa accuratezza. Questo non toglie che il mio testo vada letto come un romanzo, e che quindi il contributo sia eminentemente emozionale, come sempre quando leggi un romanzo che ti prende.
Quanto l’ha coinvolta emotivamente raccontare la storia di Lorenzo?
– Moltissimo. Ho cercato di staccarmene spesso, di allontanare lo sguardo per avere una visione più distaccata delle cose che stavo scrivendo. Mi è capitato di piangere, ridere, aver bisogno di respirare a pieni polmoni, dormire male. Succede a chi scrive con la passione.
Ci sono degli scrittori che le piacciono in modo particolare? Si ispira a qualcuno di loro?
– Simenon. Carver. Pontiggia. Cito solo quelli che sono congrui con stile e temi di questo romanzo, ma ce ne sono molti altri. Un romanzo che mi ha influenzato sicuramente nella stesura de “L’Energia delpadre” è “Cosa sognano i pesci rossi” di Marco Venturino.
Lei ha pubblicato il suo secondo romanzo; in base alla sua esperienza quali potrebbero essere, attualmente, le difficoltà di un autore esordiente?
– Enormi, ma calanti. Mi spiego:il web ti dà molte possibilità in più che nel passato per scavarti una nicchia. Certo che, se vuoi diffondere i tuoi contenuti e non hai un vero e proprio supporto editoriale (lo dico con il massimo rispetto del mio editore e degli editori piccoli e seri), devi sbatterti, ed anche con un minimo di costrutto, altrimenti tutto si ferma poco fuori della porta di casa tua. Ma ripeto, le opportunità aumentano e aumenteranno. Anche gli editori devono cominciare a ripensare la loro attività, perchè tra qualche anno ci sarà molto meno bisogno di loro, almeno in senso tradizionale.