‘Tra oceano e cielo’ – quando fantasy e rosa si uniscono in versi
Questo libro di Sara Schiffini è un innovativo tentativo di rievocare la mitologia classica facendo appassionare un ampio pubblico di lettori. Quello che viene presentato è un mondo dallo spazio e dal tempo indefiniti, dove gli dei greci muovono i fili delle vite umane e assumono tratti sempre meno distanti rispetto ai loro protetti: li seguono, accompagnano, consigliano e vivono con loro alcune emozioni.
Il libro tratta di una ragazza di nome Astrid che viene notata dal dio Poseidone, il quale se ne invaghisce e la rapisce trasformandola per intercessione della dea Selene in una ninfa notturna. I secoli trascorrono e una notte Astrid incontra il principe Eloyn. Tra i due scoppia un dolce amore osteggiato dal dio del mare, gelosissimo di colei che da sempre lo rifiuta e che ora sembra cedere alle lusinghe di un uomo. Per i due innamorati comincia un lungo periodo di lontananza. Durante questo tempo Eloyn si troverà impegnato in guerre nel lontano Oriente mentre Astrid sarà punita per il suo sentimento rimanendo imprigionata su una spiaggia, l’anticamera del Limbo. A seguito dell’ennesimo rifiuto di sposare Poseidone, il dio, adirato, chiama a cospetto le Erinni, le furie infernali, affinchè la portino nel Tartaro e la torturino; una volta tornata sulla spiaggia, la povera ninfa riporta ferite che non si riescono a rimarginare. Gli dei che la proteggono allora sollecitano Eloyn a intervenire: egli dovrà bere una pozione da loro preparata che lo farà cadere in un sonno profondo e lo porterà con la mente su quella spiaggia oltre i confini umani. Qui Eloyn riesce a salvare la ragazza e si trova faccia a faccia con Poseidone; ma quando sembra spacciato ecco che l’effetto della pozione svanisce e lui si trova al sicuro nella sua camera. Da questo momento inizia per entrambi una serie di peripezie che portano Eloyn a sabotare il suo stesso matrimonio, a sfidare le Muse, a presentarsi al cospetto delle Parche stesse per convincerle a cambiare il suo destino e quello della ninfa; Astrid invece viene assunta a servizio delle Muse, poi, dopo l’affronto fatto loro dal principe, viene scaraventata nel Limbo dove si rifugia nel castello di Persefone dopo un lungo solitario peregrinare senza meta; dopo mesi, in suo aiuto giungono le Grazie, che la portano nella loro dimora tra le stelle. Eloyn intanto organizza il grande scontro finale con Poseidone: un grande dio immortale e un piccolo umano mortale si sfideranno senza esclusione di colpi, per contendersi la bella ninfa. Come finirà lo scontro? I due innamorati coroneranno il loro sogno? A voi la lettura e il piacere della scoperta.
In realtà però la storia d’amore è solo l’espediente ‘edulcorante’ di un progetto ampio. Il racconto esplora luoghi mitologici che in parte si attengono alla tradizione, in parte sono stati inventati o modificati dall’autrice; la descrizione delle nebbie del Limbo in particolare è molto suggestiva, così come la rivisitazione del Tartaro che si ispira vagamente alla Commedia dantesca per poi distaccarsene. Vengono inoltre presentate varie divinità, caratterizzate da presentazioni sceniche, intriganti, suggestive; le modalità in cui si mostrano Ecate, Eros e Hel sono sfarzose, emozionanti, quasi teatrali, il modo in cui appaiono le Parche inedito e frizzante, con un tocco di seducente passionalità per quanto riguarda Lachesi, raccapricciante la caratterizzazione delle Erinni.
Anche la scrittura è un tentativo d’innovazione. La narrazione in versi vuole rievocare gli antichi grandiosi poemi classici, lanciando un nuovo modello d’eroe che non è più il guerriero Achille o l’oratore Ulisse o il valoroso e passionale Cavaliere di Artù: l’eroe è ora colui che sfida gli ostacoli impossibili per modificare il suo destino, è un ‘faber ipsius fortunae’ che osa sfidare forze invincibili, è guerriero e poeta, indomabile e dolce; rappresenta in sè, nel suo significato più profondo, la contraddizione dell’essere umano, fedele al suo dio ma che sempre se ne vuole distaccare, per superarlo. Inoltre tutta la struttura narrativa vuole presentarsi, per rifarsi alle parole stesse dell’autrice, “come il ricordo di un sogno, dove i confini si confondono”, dove cioè fabula e intreccio perdono i canoni tradizionali e seguono regole tutte proprie, dove la narrazione accelera e decelera come in un sogno che ormai va via via svanendo nella memoria, dove i luoghi vengono scambiati per qualcosa che non è e solo successivamente si capisce ciò che in realtà stava accadendo. E’ spiazzante come all’inizio del libro sembri che già tutto si sia compiuto e ci si chieda cosa mai dovrà ancora accadere. E proprio in quel momento ecco che si apre il grande mondo che questo piccolo libro contiene: iniziano le avventure che porteranno a esplorare il mondo ‘oltre’, quello vietato agli uomini, che si trova prima del Limbo, prima del Tartaro, ma fuori dai confini umani. E Astrid è come un nuovo Odisseo al femminile, a cui è dato di varcare le ‘Colonne d’Ercole’ dello spazio umano e conoscere luoghi inaccessibili se non agli dei, vedere il ‘mondo sanza gente’ dantesco, conoscere ciò che sta oltre l’anelata linea dell’orizzonte e, come si dice nel primo capitolo del libro, partecipare al divino pur rimanendo umana, almeno nel cuore.
E’ una storia travolgente che appassiona nella sua semplicità e nella grande centrifuga delle mille avventure che i protagonisti devono affrontare. La narrazione si focalizza, come in un film, sull’uno e sull’altra con rapida successione, creando suspence, portando avanti il racconto delle vite separate di entrambi, i quali si incontrano solo per brevi momenti per poi dividersi nuovamente.
Avvincente, intrigante, di piacevole lettura, adatto a un pubblico ampio e con un fondo culturale. Non il solito romanzo d’amore, non la solita enciclopedia tediosa, un frizzante tentativo di unire fantasy, genere ‘rosa’ e cultura, in un connubio originale.
AUTORE: Sara Schiffini
TITOLO: Tra oceano e cielo
EDITORE: Caosfera
STAMPA: Febbraio 2012