Libri per ricordare Carlo Fruttero/2
La straordinaria Ditta F&L, i due giornalisti, traduttori, scrittori, sperimentatori della più vasta gamma di generi letterari, sono stati soprattutto due amici.
Qualcuno li ha paragonati a Bouvard e Pecùchet, i celebri personaggi che Flaubert ha consegnato alla letteratura come l’esemplificazione del dilettantismo. Ma anche se Fruttero e Lucentini hanno in comune con loro la smisurata curiosità e l’amicizia, divergono da loro per due motivi: Fruttero e Lucentini non hanno fede nel progresso e non sono certo dei dilettanti.
Considerarli autori “minori” nel panorama della nostra letteratura, significa dimenticare che Franco Lucentini aveva fatto parte del Gruppo 63, cioè della Neo-Avanguardia più impegnata, con il suo “Notizie dagli scavi”; e forse non si valuta con la dovuta attenzione che qualsiasi voce si tratti, il loro nome risulta imprescindibile: si parla di bestseller e si parla di loro, si parla di gialli, fantascienza, polizieschi e si parla di loro, si parla di traduzioni e ancora si fa il loro nome.
Dilettanti come Bouvard e Pecùchet dunque?
Da escludere: F&L non sono né velleitari né ingenui come il duo di Flaubert. Sono stati al contrario colti e sapienti, arguti notomisti, e feroci, della società e dell’animo umano, ironici, fantasiosi.
Lo dimostrano in primo luogo “I ferri del mestiere”, un manuale “involontario” di scrittura nel quale più che pretendere di insegnare a scrivere si sorvolano con leggerezza i generi letterari che i due hanno praticato con successo nella loro quarantennale carriera: la parodia, la traduzione, la fantascienza, la ghost-story, il giallo, i fumetti…
Anche se semplice manuale nelle intenzioni, questo libro offre le stesse invenzioni e gli stessi colpi di scena che divertono il lettore di “Enigma in luogo di mare” o “La donna della Domenica”, tanto per citare le loro opere più note.
Lo dimostra in secondo luogo “La verità sul caso D.”, romanzo mai abbastanza raccomandato soprattutto per gli estimatori di Dickens. Qui vengono chiamati a raccolta i più grandi investigatori di tutti i tempi e di tutti i paesi per risolvere “Il mistero di Edwin Drood”, romanzo interrotto per l’avvenuta morte di Dickens: Poirot, Maigret, Padre Brown, Holmes, Dupin riuniti a Roma con il patrocinio di potenti mecenati giapponesi daranno il via a un romanzo non solo a quattro mani: Fruttero, Lucentini e Dickens stesso, autori di un gioco di arguzia e di fine umorismo che rivela le doti più caratteristiche dei nostri autori.
Ma la vena sotterranea della loro scienza emerge con inaudita levità in “Il significato dell’esistenza” una sorprendente inchiesta giornalistica su un tema da sempre territorio di caccia riservato ai preti e ai filosofi: qui l’arte della parodia eccelle, ma, anche se trattata con disinvoltura, emerge l’intelligenza erudita che diventa quasi personaggio di un’avventura.
Infine: come ha potuto funzionare il lungo sodalizio giornalistico ed editoriale di Fruttero e Lucentini? Ne abbiamo una testimonianza nel ricordo che Fruttero ci ha lasciato. Racconta Fruttero che, nella delineazione delle loro opere e delle trame, Lucentini “ansioso cronico” avrebbe voluto pianificare ogni romanzo prima di farne la stesura definitiva. Una sorta di cartone preparatorio di un affresco. Fruttero, al contrario, più incline al fattore “sorpresa” e ai guizzi dell’imprevedibile, avrebbe agito al contrario.
“Sei schizofrenico, -gli diceva, – vuoi scrivere sul serio fingendo di scrivere per prova”.
“Schizofrenico sarai tu, che vuoi scrivere fingendo di non sapere dove stai andando”.
C’è in questo battibecco tutto il succo della loro collaborazione.
A noi mancheranno molto.
Per fortuna ci rimangono pagine e pagine colorite e immaginifiche, quelle del loro e del nostro divertimento.
Gennaio 28, 2012
Leggerli: una gioia!!!!!!!!!!!!!